Andrea Monticone (Torino, 1972) è giornalista e romanziere, autore di diversi noir metropolitani che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nel corso degli anni. Suoi racconti sono stati pubblicati in Italia e all’estero, dove è stato tradotto anche in lingua araba. Tra le sue opere, “Un assist per morire” (secondo classificato al Premio Letterario Internazionale Festival Giallo Garda 2019), “Drew”, “La mano del morto” e “Carne mangia carne”, tra le sette opere selezionate dalla prima edizione, di “Guarda che storia!”, il nuovo progetto ideato e organizzato da Film Commission Torino Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino. “I Teschi di Malta” (€uro 16,00 p. 308) pubblicato da Buendia Books, è il nuovo adrenalinico romanzo di Andrea Monticone, pervaso di tensione, musica e umanità nel senso più profondo della parola.
Malta, 2016. Elizabeth Mancini, italoinglese, è ricercatrice universitaria, ha un seminario di geopolitica e relazioni internazionali all’Università di Milano Bicocca. È anche un’ attivista impegnata nelle battaglie per i diritti dei migranti e per porre fine alle stragi nel mediterraneo, che ha collaborato con l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu e con la Commissione dei rifugiati a Malta. La donna arriva all’aeroporto della Valletta insieme a suo marito Fabrizio Valori, pilota, con un passato nell’esercito, durante il quale aveva svolto missioni in Afghanistan.
Immediatamente dopo l’arrivo, però, la donna scompare senza lasciare traccia. La donna è giunta a Malta per scrivere un romanzo che riguarda un tema diviso tra realtà e leggenda, i Teschi di Malta, che hanno la peculiarità di essere crani dalla forma allungata, scomparsi misteriosamente nel 1985 e non si sa dove siano finiti, e chi lo sa, non lo dice.
Fabrizio Valori, dopo un infelice incontro con la polizia maltese, si mette disperatamente alla ricerca della moglie. La sua ricerca lo porterà a inoltrarsi in un doppio cuore di tenebra; quello di un complotto internazionale dalle conseguenze geopolitiche terribili e il suo, quello della sua vita di soldato con i demoni che lo popolano. Facendo appello alle sue doti militari e potendo contare sull’aiuto di Marco Psaila, uno scrittore maltese suo amico e Qitta Al Bouzi donna affascinante e letale, poliziotta e agente dei servizi segreti inglesi, Fabrizio scatena una guerra privata senza tregua, che si snoda tra scontri a corpo a corpo e inseguimenti mozzafiato.
In un crescendo teso, Fabrizio arriverà a illuminare il burattinaio infernale, strumento di un male più grande, mentre il campo di battaglia si lastrica di caduti. In una notte di tregénda, Fabrizio e Gitta, in un intrecciarsi di duelli aerei e scontri all’ultimo sangue sull’acqua, porranno la parola fine a una guerra occulta, mentre Malta, ignara di tutto, festeggia la sua festa. Il finale aperto, coinvolgente e struggente, vedrà qualcuno rimanere, qualcuno partire, e un addio trasformarsi, forse, in un arrivederci.
Andrea Monticone ha scritto senza dubbio il suo romanzo più impegnativo e di lungo respiro, per il caleidoscopio di stili che ne costituisce l’architettura e la scrittura tesa, agile, solida e psicologicamente profonda, che lo pervade. Colpisce la commistione alchemica di noir e spy story, in cui veramente gli elementi narrativi di entrambi i generi, diventano la lente d’ingrandimento, illuminando le criticità nazionali, internazionali e geopolitiche, che travagliano con stillicidio implacabile, il secolo contemporaneo. Considerevole la profondità interiore, ricca di sfaccettature dei personaggi maschili e femminili, la loro umanità travagliata, non imprigionati in bozzoli stereotipati ma traboccanti, nel bene o nel male di vita, in un recupero e in una rielaborazione originale, di Le Carré, Fleming e Conrad, che conquistano lettori e lettrici, suscitando in loro sentimenti e sensazioni che vanno dalla commozione all’indignazione, fino all’ultima pagina.