Nel corso dell’ultima puntata di Cartabianca, il programma televisivo condotto da Bianca Berlinguer su RAI3, Massimo Cacciari, uno degli opinionisti politici più ascoltati dalla sinistra, nonché ex sindaco di Venezia, ha espresso un inatteso endorcement nei confronti del segretario di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
“Se Giorgia Meloni si candida a sindaco di Roma diventa leader della destra”, ha affermato tra lo stupore generale dei suoi interlocutori.
Un’affermazione che deve aver fatto sorridere quella che il nostro direttore chiama simpaticamente “la sorella della Garbatella”. Già, perché la Meloni, che ogni giorno segue con attenzione i risultati dei sondaggi elettorali, si aspetta che prima o poi il suo partito superi nelle intenzioni di voto la Lega, visto che ormai Forza Italia è stata distanziata di parecchie lunghezze. Infatti, nel corso degli ultimi mesi, FdI è in costante crescita, mentre il partito di Salvini, specie dopo essere entrato a far parte del governo Draghi, perde a poco a poco consensi.
Tuttavia il ragionamento di Cacciari ha una sua logica.
Da buon filosofo, o meglio, da studioso del pensiero, l’ex militante di Potere Operaio e ora accademico presso l’Università San Raffaele di Milano, ha infatti affermato:
“Questa volta le amministrative hanno un grande peso. Cosa farà Forza Italia? Berlusconi è tentato di mollare il centrodestra dove conta sempre meno, ma attende di vedere cosa combinano M5S e Pd alle amministrative. Se vogliono vincere l’unica candidatura è Zingaretti per quanto sia strano per tutti i ruoli che ha ricoperto e per come ha lasciato il partito. Con Calenda ci ridiamo sopra perché non è competitivo. Ma se si presenta la Meloni, vince su Zingaretti, non c’è ombra di dubbio. Io credo che noi perderemo le elezioni a Roma. Per me è evidente che Giorgia Meloni deve candidarsi se vuole diventare leader della destra, e dico destra perché il centro destra non esiste, fa un colossale errore a non candidarsi perché è vincente al 90%. Vince e nessuno può più discutere la sua leadership nella destra. Poi deve fare il sindaco per cinque anni e in mezzo ci sono le politiche, ma ricordate cosa successe con Rutelli. Nulla impedisce che possa essere il nome candidato a presidente del Consiglio”.
Forse Cacciari ha ragione. Ma la stima non c’entra. Probabilmente si rende conto che il miglior modo per togliere di mezzo un avversario scomodo è quello di affidargli un incarico amministrativo. Con tutte le grane che la Meloni si troverebbe ad affrontare se mai diventasse sindaco di Roma, certamente non potrebbe più occuparsi del suo partito. Il quale, ad oggi, gode di un consenso importante proprio perché guidato da un personaggio carismatico come lei.