Continua il mio viaggio all’interno del mondo dell’arte contemporanea e oggi il mio errare mi ha portato ad intervistare l’artista italiano CAEL PIPIN.
La sua arte raffigura e reinterpreta emozioni attraverso visi, maschere e immagini. Cael dipinge principalmente quadri in cui ogni viso appare esagerato, esasperato, carico di colore, una esplosione di emozioni, a volte dai tratti dolorosi e inquietanti. L’artista non ha paura, come invece l’uomo spesse volte ha nel corso della sua vita, di esprimere ciò che ha dentro, ciò che pensa, ciò che lo affligge o ancora ciò che lo limita. I suoi tratti decisi, marcati, a volte arroganti e certamente rivoluzionari attirano lo sguardo del pubblico, un’esca per lo sguardo che così viene attirato ad entrare all’interno del proprio IO. Messaggio e tecnica che rendono la sua opera e la sua idea di arte unica e certamente riconoscibile al mondo. A volte le parole non bastano ed allora servono i colori, le forme e soprattutto le emozioni!
Di seguito l’intervista che ho avuto il piacere di condurre:
B: Qual è il tuo messaggio? Cosa vuoi comunicare e chi è il tuo interlocutore?
C.P: Tenersi le emozioni e le preoccupazioni dentro è un po’ come morire. Il mio messaggio è “sfogatevi”, non fare finta che le cose vadano bene se non è così. La mia arte è per tutte le persone che vogliono scoprire il mio essere come artista e persona e farne parte a pieno.
B: Qual è il tuo parere sull’arte contemporanea?
C.P: Il mondo dell’arte contemporanea, come ogni altro contesto, tende al raggiungimento del successo in ogni sua forma e alla perfezione quindi sarà sempre un ambiente straordinario e imperfetto.
B: Quando ti è stato chiaro che avresti voluto diventare un artista?
C.P: Ho sempre avuto dentro di me la passione per l’arte in generale quindi fin da quando ero ragazzino ho interesse per questo mondo. La voglia di raggiungere un obiettivo e prendere consapevolezza che non avrei potuto fare altro che occuparmi d’arte.
B: Quando invece hai compreso di essere diventato un artista?
C.P: Non c’è un momento in cui lo comprendi, sicuramente la differenza la fanno le persone che riescono a comprendere il tuo modo di essere attraverso l’arte. Io vivo attraverso i miei quadri, tramite le emozioni delle persone.
B: Come nasca la tua arte?
C.P: Sono una persona che ha bisogno di esprimersi attraverso varie forme d’arte, la pittura, la scultura etc. Mi piace imparare, conoscere e condividere tutto ciò mi ha portato nel mondo dell’arte.
B: Qual è il tuo progetto ancora nel cassetto… e che vuoi o hai in programma di realizzare?
C.P: Per ciò che riguarda le mie opere guardo nel futuro e ho già delle mostre da fare. Per il resto, procedo passo dopo passo. Progetto ancora nel cassetto è in lavorazione ed uscirà molto presto!
B. Non posso altro aggiungere che dire: NON VEDO L’ORA DI AMMIRARLA!
Prossimi eventi nei quali parteciperai?
C.P: Il prossimo evento a cui parteciperò sarà quello curato da me in collaborazione con un artista nella mia Galleria di Milano durante la Fashion Week a settembre.
B: Riesci a definire la tua arte in poche parole?
C.P: La mia arte la definiscono le persone attraverso le loro emozioni se così vogliamo dire. Non c’è una etichetta specifica a cui voglio essere affiliato.
B: Chi sono i tuoi riferimenti pittorici anche contemporanei?
C.P: Mi hanno sempre affascinato Francisco Goya e Salvador Dalì.
B: Nel mondo dell’arte, tra colleghi, vince il rispetto o l’invidia?
C.P: Per quanto mi riguarda il rispetto non deve mai mancare nella vita in generale, tanto meno nel mondo dell’arte. L’invidia andrebbe tramutata in motivo di continua crescita per se stessi e per gli altri. I giudizi nell’arte se non sono costruttivi si annientano da soli.
B: Gli NFT sono una speculazione o una risorsa per il mondo dell’arte?
C.P: Si sente molto parlare di questi NFT e come sono entrati nell’ambiente dell’arte, per quanto mi riguarda non mi hanno suscitato interesse e ad oggi non penso di prenderne parte. Da artista le opere vanno vissute in tutti i sensi e non tramite un file digitale. Sicuramente per alcuni artisti è stato un punto di svolta ed un trampolino di lancio.
B: A quale opera sei più affezionato?
C.P: A tutte, sono tutte mie creazioni
B: L’Italia valorizza i giovani artisti o li trascura?
C.P: Non dipende dall’Italia il valore che ha un artista, ma da se stesso e da quello che propone e riesce a trasmettere tramite la sua arte. Da queste basi si può attribuire il successo o il valore non dal paese in cui ci si trova.
B: I tuoi quadri e quindi i volti che dipingi e l’uso cromatico rispecchiano le sfaccettature della tua personalità?
C.P: Si certo, mi identifico soprattutto nei colori che rappresentano nel momento in cui realizzo il mio stato d’animo.