Ma la Venere di Botticelli in stile Ferragni (secondo la definizione di Sgarbi che di pittura se ne intende) è perfetta per promuovere il turismo in Italia o è una cafonata perfetta per il duo Santanchè/Briatore? Di certo c’è solo che la nuova costosissima campagna voluta da “zia Daniela” ha provocato discussioni e scontri.
Al di là dell’errore, gravissimo, di non aver registrato il dominio – ma questo non è ovviamente imputabile a chi ha ideato immagini e slogan – gli unici aspetti su cui tutti concordano è l’assurdità di aver girato alcune immagini in una cantina di vini sloveni. Anzi, di essersi limitati ad acquistare immagini già pronte.
Per il resto si è assistito allo scontro tra due concezione opposte del turismo e della cultura. I musei italiani hanno davvero bisogno di nuovi visitatori stranieri in infradito e magliette sudate, con in mano confezioni di caffè americano o lattine di Coca? Chi pensa alla nostra cultura come a qualcosa di sacro, ovviamente farebbe volentieri a meno di queste orde di ignoranti. Orde attratte solo dal “dover esserci”, senza un briciolo di preparazione per capire il Rinascimento o l’archeologia. Chi pensa agli aspetti economici plaude, invece, ad una iniziativa in grado di richiamare orde di ignoranti che, però, garantiscono consistenti flussi di denaro.
Ovviamente le due opposte posizioni spiegano anche le critiche successive. Si può vendere all’estero l’immagine della pizza legata non a Napoli ma ad un lago del Nord? No, secondo chi vorrebbe promuovere cibo e territorio come valore unico. Sì, per chi ritiene che i turisti stranieri da far arrivare siano ignoranti che non conoscono i pesci del lago, i pizzoccheri o il tapolon. Inutile promuovere, negli aeroporti degli Stati Uniti o del Giappone (chissà se il governo anticinese di lady Garbatella prevede di promuovere l’Italia anche a Pechino?) prodotti sconosciuti che, di conseguenza, non hanno forza attrattiva.
E lo stesso vale per le immagini di Venezia o Roma. Entrambe le città sono troppo affollate di turisti. Venezia è già impegnata con il demarketing. Ed il governo spende vagonate di soldi pubblici per promuovere il turismo nelle due città invece di dirottarlo verso centri meno noti, verso i borghi? Vero. Però vedi Venezia e immagini l’Italia. Vedi un qualsiasi bellissimo borgo degli Appennini o una rara località di mare non distrutta dalla speculazione ed hai difficoltà a collegare l’immagine con l’Italia. Proprio perché la campagna promozionale è rivolta ad un pubblico poco acculturato.
In ogni caso Santanchè ha chiarito che i costi astronomici per la campagna non si riferiscono solo al lavoro della società Armando Testa che l’ha realizzata. Ma anche e soprattutto all’acquisto degli spazi dove collocare i manifesti ed il video.