La politica italiana non è certo una cosa seria. E, dopo la diserzione di massa in occasione delle ultime amministrative, i politici si sono impegnati per dimostrare che avevano ragione gli italiani che sono rimasti a casa. Il prode Calenda aveva iniziato la sua campagna elettorale con un anno di anticipo, per dimostrare a tutti la serietà del suo immenso amore per Roma. Ed ora, dopo la sconfitta più che dignitosa, ha deciso che di Roma non gli frega assolutamente niente e, dunque, lascia il consiglio comunale per continuare a svolgere il suo ruolo di europarlamentare.
Oddio, in Europa non lo vedono mai, però il lauto stipendio da parlamentare glielo spediscono regolarmente. D’altronde il prode Calenda deve organizzare il suo tour in tutta Italia, per giurare amore eterno anche ad ogni paesino dello Stivale. Eterno a patto che lo votino e gli garantiscano introiti pari a quelli del parlamento europeo. Se no l’amore svanisce.
Come è svanito l’amore per Roma di Michetti, il candidato del centrodestra imposto da Giorgia Meloni. Due settimane da consigliere comunale gli sono bastate per salutare tutti e tornarsene ad attaccare tutto e tutti da una radio privata. E tutti i suoi elettori che avevano creduto in lui? Si arrangino. E complimenti a chi lo ha imposto come candidato. Ma un briciolo di ragionamento sulle qualità morali del candidato non è proprio previsto?
Molto più coerente, invece, Paolo Damilano, imposto da Giorgetti a Torino. Il candidato non ha mai nascosto il suo fastidio nei confronti dei partiti che lo sostenevano. Ed ora, confermando la sua presenza in consiglio comunale a differenza di Michetti e Calenda, ha deciso non solo di non lasciare ma di raddoppiare. O triplicare. Il suo movimento, Torino Bellissima, avrà un’espansione territoriale come Piemonte Bellissimo per poi puntare a Italia Bellissima.
Nel frattempo le stelle stanno a guardare, ed i partiti pure. La disfatta a Milano, Napoli, Roma, Torino e Bologna non ha prodotto il benché minimo cambiamento. Le classi dirigenti non sono cambiate, non è cambiata la linea, non è cambiato l’approccio agli elettori. I candidati civici sono stati un clamoroso errore, ma i potenziali candidati politici sono un disastro. E quei sondaggi così credibili quando indicavano clamorose crescite dei consensi, diventano ora del tutto inaffidabili quando registrano cali a ripetizione.
1 commento
gli elettori di destra forse sono un po’ più attenti? Ma i candidati credibili dove sono?