Enrico Letta non se n’è accorto, ma l’addio di Calenda rappresenta il capolavoro della campagna elettorale per il nulla cosmico post 25 settembre. Non se n’è accorto perché solo una banda di chierici ruffiani può continuare a raccontare che il segretario del Pd è un grande statista benché sia, in realtà, un modestissimo politico di terza fila. Solo un mediocre assoluto poteva pensare di organizzare una ammucchiata non per governare bensì per mettere un limite alla vittoria del centrodestra.
E perdere contro questo centrodestra è già una bella impresa. Con la signora Pina della Garbatella impegnata a raccattare i boiardi di Stato consigliati da Sua Mediocrità Mario Draghi per piazzarli ai vertici dei ministeri. Con un vecchietto bolso impegnato a piazzare le donne rimaste nel suo cerchio magico. Con l’uomo del Papeete che riesce a peggiorare la propria immagine in qualsiasi occasione.
Eppure Letta corre per perdere. Senza un programma ma con una accozzaglia di proposte in totale contraddizione l’una con l’altra. Senza una linea, una strategia. “In difesa della costituzione più bella del mondo”. Già, quella costituzione che proprio il Pd ha tentato di cambiare. Ma Letta era distratto.
Così come è distratto ora, quando si tratterebbe di comprendere le ragioni per le quali la sua sinistra non ha chances di vittoria nonostante il disgustoso servilismo della stragrande maggioranza della disinformazione italiana. Tutti i chierici di regime schierati per l’immigrazione senza limiti camuffata da Ius Scholae; tutti schierati per qualsiasi capriccio individuale spacciato per diritto civile; tutti indifferenti ai diritti sociali; tutti impegnati a mettere in guardia contro “l’onda nera”, la “nuova Marcia su Roma”, il pericolo razzismo, il pericolo omofobia, il pericolo puntinismo.
E nonostante questo imponente schieramento compatto, i sondaggi premiano le destre brutte, sporche e cattive. Murgia, Berizzi & C strillano contro il pericolo fascista e gli italiani si indignano contro la povera compagna Cirinnà solo perché ha tentato di fregare al suo cane i 24mila euro che la povera bestiola aveva nascosto nella cuccia.
Ecco, forse per tornare a vincere il Pd dovrebbe liberarsi delle Cirinnà, dei politici con il cachemirino mentre sorseggiano l’aperitivo a Capalbio, degli intellettuali organici presuntuosi ed arroganti pur essendo capre assolute, delle Moretti, delle Serracchiani. Si è precipitati da Longo e Berlinguer a Boccia e Romano, da Iotti a De Micheli.
E Calenda, in tutto ciò? Un miracolo. Perché, con il beau geste, andrà a recuperare voti del centrodestra. Riducendo il margine del successo della Trimurti. D’altronde Calenda sogna la misteriosa “agenda Draghi” e la Pina della Garbatella si fa consigliare da Draghi. Calenda è atlantista, nuclearista, antiambientalista. Identico a Crosetto, cofondatore di Fdi. Programmi fotocopia, anche se è difficile definire “programmi” le 4 banalità proposte dai vari schieramenti. Dunque gli italiani dovranno scegliere tra le parole d’ordine di Calenda e quelle uguali della Trimurti. Oppure il vuoto cosmico della sinistra con mega tenuta a Capalbio, alleata con ambientalisti senza seguito poiché non credibili, con Giggino vinavil, con sinistri che hanno sbianchettato Marx a proposito dell’esercito industriale di riserva perché non piaceva a Carola Rackete.