Cercasi camerieri, lavapiatti, banconisti. Siamo alle solite. Inizia la stagione turistica e le lamentele sono sempre le stesse. Identiche d’estate al mare e d’inverno in montagna. Poi, la scorsa estate, si scopriva che in cambio di turni massacranti l’offerta era di poche centinaia di euro al mese. Meglio il reddito di cittadinanza, sicuramente. Ed ora? Questa volta la lamentela di chi lavora nel turismo arriva da Ayas, in Valle d’Aosta.
Ma perchè mai un giovane renitente alla vanga dovrebbe rinunciare al reddito di cittadinanza ed al divano per andare a lavorare al freddo ed al gelo per pochi spiccioli? Beh, pochi spiccioli.. L’offerta oscilla tra 1.400 e 1.600 euro netti al mese su 14 mensilità. Sì, netti. E, ovviamente, si lavora al caldo, non in mezzo alla neve.

Va bene, ma i prezzi, ad Ayas, sono assurdi e si rischia di lavorare solo per pagare un affitto in un monolocale ed il cibo per sopravvivere. Dunque non vale la pena. Macché! Oltre al salario mensile viene offerto vitto e alloggio.
Ed allora c’è un problema, ma non si sa quale sia realmente. Forse perché i problemi sono più di uno. Innanzitutto lo sfruttamento praticato da molti operatori del settore ha finito per penalizzare tutti. Quando ci si imbatte in 8 titolari di ristoranti, hotel, negozi che prospettano salari da fame in cambio di occupazioni precarie e con orari infiniti, è difficile che si trovi la voglia di andare a verificare se altri 2 imprenditori sono corretti ed onesti. Dovrebbero intervenire le associazioni di categoria, ma lo fanno solo per difendere i propri aderenti. E questi sono i risultati.

Altro problema è la precarietà. Il turismo, per sua natura, è stagionale. In Italia più stagionale che altrove poiché non si ha la volontà e la capacità di ampliare i periodi di accoglienza. Dunque non tutti hanno voglia di accettare un lavoro, con salari comunque non fantasmagorici, per 4 mesi al mare e per 7/8 mesi in montagna. Per di più andando in trasferta. Già, perché i giovani delle località turistiche preferiscono fare altro, ed anche questo dovrebbe suscitare qualche domanda.
È evidente che esiste un problema di programmazione ed un altro di comunicazione. Per far conoscere le proposte serie e per mettere ai margini quelle di puro sfruttamento. Giustamente i giovani non si fidano più degli articoli degli ex grandi quotidiani che riportano le lamentele degli operatori turistici evitando di indicare i termini dei contratti proposti. Ma tocca proprio agli operatori seri invertire la tendenza e rendere trasparenti le offerte di lavoro.
2 commenti
Pare che in turni pero’ siano senza riposo
Da quello che si sente in realta’ I camerieri lavorano oltre le ore del contratto, vengono pagati liquidi e una parte dello stipendio viene trattenuto per pagare I contributi