La gestione maltese non porta fortuna alla Ferrari. Ovviamente è solo un problema di jella perché la gestione sportiva, costellata di errori dopo la scomparsa di Marchionne, non ha nulla a che fare con la guida della società affidata a Louis Camilleri, solo il cognome italiano per un manager maltese nato in Egitto.
Però Napoleone pretendeva che i suoi generali fossero anche fortunati mentre Camilleri, da quando ha sostituito Marchionne, ha dovuto assistere ad una serie continua di errori sia di Vettel sia nelle strategie del muretto Ferrari.
E se sino all’inizio dell’estate il grande favorito per il mondiale di Formula 1 era il pilota tedesco, a una settimana dall’inizio dell’autunno tutti sono pronti a scommettere su un nuovo successo della Mercedes con Hamilton.
Errori di guida, strategie assurde, nervosismo crescente nella squadra Ferrari che, pure, sembrava nettamente in vantaggio a livello di prestazioni, di motore, di aerodinamica.
Il peggio del peggio è stato il risultato di Monza dove le rosse, anche sulla base dei risultati nelle sessioni di prova, sembravano in grado di dominare e si pensava ad una nuova doppietta dopo un lungo digiuno. Invece Vettel ha rovinato tutto ed il nervosismo è aumentato.
Ieri, a Singapore, è stato invece il muretto in un Gran Premio considerato favorevole alle rosse e vinto, invece, dalla freccia d’argento del solito Hamilton che si ritrova ora con un vantaggio di 40 punti su Vettel arrivato solo terzo, preceduto anche da Verstappen.
Il prossimo appuntamento sarà a fine mese in Russia a Sochi ma i margini per recuperare sono davvero pochi.
Un’impresa non impossibile, ma Vettel dovrebbe vincere tutte le prossime gare, senza sbagliare più nulla. Non impossibile perché le Ferrari hanno dimostrato di essere superiori, peccato che Vettel non sia sembrato superiore ad Hamilton e l’elemento umano, nonostante lo strapotere tecnologico, resta comunque determinante per concludere una lunga stagione di gare in testa alla classifica.