Formidabili, quegli anni. Quando Mario Capanna aveva scritto il libro con quel titolo, si erano alzate le proteste di chi non considerava per nulla fantastici gli anni di piombo. Ma a protestare erano, probabilmente, coloro che avevano approfittato degli anni della contestazione studentesca per evitare di studiare. Formidabili, quegli anni, lo sono stati davvero. Perché tra i significati del termine figurano anche “temibili”, “spaventosi”. E comunque fuori dall’ordinario.
Formidabili, dunque, gli anni raccontati da Mario Bortoluzzi nel libro “Camminando con libero passo. Una storia padovana 1969-1978” (Altaforte edizioni). Ufficialmente il suo primo e, assicura, ultimo romanzo. In realtà più un saggio su anni vissuti intensamente e pericolosamente. Perché, contrariamente a ciò che pensano all’interno del grande raccordo anulare di Roma, rischi e pericoli li correvano anche i ragazzi che tentavano di conquistarsi uno spazio politico anche al di là del capoluogo laziale.

Bortoluzzi ripercorre i suoi primi passi in politica, insieme a quelli della sua piccola comunità. Le aggressioni subite a scuola, i primi omicidi compiuti dalle Brigate Rosse proprio a Padova, i comportamenti indecenti della magistratura e delle forze dell’ordine, le falsità dei giornalisti, il carcere per gli aggrediti e non per gli aggressori.
E poi la musica. Il suo primo gruppo di musica alternativa – che esordì, fuori Padova, a Torino e non a Roma, a differenza di quanto sostenuto nei resoconti dei prigionieri del Gra – che si sarebbe trasformato nella Compagnia dell’Anello. Amori e passioni, il vino e Tolkien, gli studi e poi il lavoro.
Un libro rivolto ai giovani perché conoscano una realtà molto diversa dalle menzogne ufficiali. Ma anche ai meno giovani per ripercorrere gli anni dell’impegno, delle speranze, delle illusioni puntualmente svanite.