Seconda tappa – San Martino del Camino – Astorga
Ore 6.30 si parte per la seconda tappa (30 km), forse abbiamo alzato il gomito la sera prima e la levataccia risulta più difficile di quanto immaginassimo. Il cielo è terso ma è mattina e il clima è assai pungente, dobbiamo tirare fuori le felpe…
Inforchiamo lo zaino e iniziamo a marciare insieme a qualche “nuovo amico” conosciuto la serata prima. Ognuno ha il Suo passo e ognuno segue la sua velocità ma nessuna paura: “è probabile che molti di loro li incontreremo nuovamente nelle prossime tappe”. Il cammino è così, incontrare e perdere, conoscere ma mai dimenticare.
Il panorama è ben differente, infatti attraversiamo meravigliosi campi di grano e splendidi paesini medioevali (bellissimo è l’attraversamento del puente de Obrigo) e camminare sotto il sole che ormai splende alto nel cielo è davvero un piacere!
Non si comprende come sia possibile ma gli acciacchi della sera prima dopo la partenza immediatamente spariscono e il cammino ritorna fluido come durante i primi chilometri.
Prendiamo la deviazione per Santibanez e il paesaggio diviene meraviglioso, su e giù per boschi e alture e sentieri montani assai distanti dal traffico della carrettera e come se avessimo camminato per 5 chilometri ci ritroviamo nella periferia di Astorga.
Il percorso è stato assai lungo ma le persone incontrate e i discorsi intavolati sovrastano la stanchezza.
La cosa incredibile di questa seconda tappa è stata la “naturalezza” di confronto fra i pellegrini… nessuno chiede “che lavoro fai?” “che macchina hai?” “che profumo usi?” (nessuno ha un profumo che non sia il suo )… durante questi chilometri si è nudi… a nessuno interessa se sei potente, ricco, gay, etero, povero o hai un lavoro eccezionale e di livello… qui importa solo chi sei!
Sei curioso, sei simpatico, hai voglia di parlare… questo è quello che si vede e si percepisce, le persone che condividono il percorso con te non cercano nulla vogliono solo camminare e confrontarsi… non hanno bisogno di giudizi o di moniti… qui si è uguali… o meglio uguali e tutti particolarmente antisesso (l’abbigliamento del pellegrino non è certo quello che si può definire sexy: come direbbe il compianto Paolo Villaggio “abbigliamento di Filini”: scarpa tecnica, calzino al ginocchio, pantaloncino con tasconi, maglietta traspirante di colori imbarazzanti, occhiale da sole e cappellino con copertura anche sul collo in stile guerra di Libia e bacchette da sciatore).
Astorga è bellissima ma le ginocchia fanno male e l’unica concessione che ci facciamo è una birretta fresca davanti all’Albergue e una capatina al nostro locale preferito, la Farmacia per comprare il Voltaren ( main sponsor di Santiago).
Domani andiamo a Rabanal del Camino, 20 km, dopo i trenta di oggi “na sgambata!”