Terza tappa – Astorga – Rabanal del Camino
La partenza da Astorga è assai complicata, dopo circa 60 km, iniziano a farsi sentire in modo serio i dolori e gli acciacchi.
La mia tendinite è fortissima e l’idea di fare 20.3 chilometri sotto un sole “pazzo” mi uccide.
Riuscirò? Ho davvero male! E se poi metto a rischio il resto del cammino? Queste sono le classiche domande che attanagliano la mente di ogni pellegrino che intraprende questo meraviglioso percorso al palesarsi dei primi dolori o vesciche.
Niente scuse e gioca da campione: Voglio arrivare a Santiago sulle mie gambe! Pertanto imbraccio il mio ormai inseparabile Mochila e parto per Rabanal.
Una tappa senza strappi, in costante ma dolce salita, che attraversa piccolissimi paesini (aldea) che rimangono in vita solo ed esclusivamente grazie al viandare dei pellegrini.
Passiamo da 800 metri di altitudine fino ai 1200 e infatti il paesaggio intorno a noi cambia rapidamente trasformandosi in una piacevole montagna che ci permette di abbinare ai meravigliosi boschi della Castilla spettacolari panorami sulla circostante cordillera.
Durante il cammino ci prendiamo qualche breve sosta per rifocillarci e per farci apporre il SELLIO sulla credenziale (arrivati a Santiago, per ottenere la Compostela, dovremo far visionare la nostra credenziale e dimostrare attraverso i timbri degli albergue, dei bar, e dei ristoranti in cui siamo transitati, l’effettivo percorso fatto) e come ormai “lieta” consuetudine incontriamo nuovi pellegrini che diventeranno facilmente nostri compagni di viaggio.
Si incontrano sul cammino anche personaggi strani, a 8 chilometri da Rabanal, infatti, veniamo fermati da un simpatico crociato con un falco sul braccio… certo questo ha molto più a che fare con il lato folcloristico – commerciale di Santiago, ma fidatevi che dopo 13 chilometri sotto 40 gradi un diversivo fa davvero piacere!!
Molti dicono “Santiago si DEVE fare da soli”! Io penso, invece, che il Cammino sia proprio il contrario, un viaggio per sé stessi ma che si fa con chi ha voglia di condividerlo con te.
In questo cammino, come potrete leggere nei prossimi articoli, ho incontrato molte persone, molti pezzi che a vario titolo hanno e avranno per sempre un ruolo nel mio viaggio, ognuno a suo modo ti lascia qualcosa, un sorriso, un consiglio, un battito di cuore, una condivisione di una sofferenza, un aiuto, un sorso d’acqua quando la tua è terminata, un confronto, una compagnia, una risata… tutto questo insieme aiuta a riflettere e magari, perché no, a ritrovare ciò che nella quotidianità a volte dimentichiamo… il tempo per noi stessi, il tempo per le cose che davvero ci rendono felici e forse ancora di più il dimenticarsi proprio della nostra persona a causa del lavoro, dei problemi, delle sofferenze, del volere accontentare tutti, del giudizio della gente…
Finalmente arriviamo a Rabanal…WOW! Che Paesino meraviglioso, le stradine di pietra e le casette basse in perfetto stile montano si alternano in un perfetto disequilibrio, le strade (quelle poche che vi sono) sono disposte senza logica e questo rende ancora più magico il tutto.
Alloggiamo in un albergue meraviglioso, il Casa Hindie (fidatevi segnate!) e dopo una doccia calda e una mezz’ora di massaggi con pomate, unguenti, crema di ghiaccio, imprecazioni varie andiamo a fare aperitivo (NON facciamo i moralisti, Santiago non è solo sofferenza e introspezione… ne avrete chilometri per pensare e pensare e pensare) con alcuni amici incontrati sul cammino.
La magia che nasce tra perfetti sconosciuti durante il Cammino è qualcosa di unico che anche il più grande scrittore non riuscirebbe a descrivere, pertanto VIVETELO!
Le risate continuano anche a cena dove gustiamo un meraviglioso menù del pellegrino che prevedeva risotto alla cubana… (ma non siamo in Castilla? Mah…) a base di sugo, uova al paletto e riso scotto, un petto di pollo senza fronzoli e vino tinto sulla cui qualità mi riservo di pensarci ancora un po’.
Il cibo non è importante perché i pellegrini si cibano di vita e nel cammino c’è tantissima vita… c’è un cuore che batte continuamente e che si riesce a coglierne la musica allora sarà MAGIA!
C****! Sono le 22:00 l’albergue ha il coprifuoco… usciamo dal ristorante e corriamo nella notte per i vicoli ormai deserti di questo paesino delle favole e andiamo a dormire… domani ci tocca la terribile discesa di Ponferrada!