Oggi giorno strano, la tappa di ieri e i tanti chilometri percorsi ci hanno resi degli automi, le gambe fanno male, e male tanto, la stanchezza è enorme e le buone intenzioni di svegliarci presto per andare a Villafranca si perdono dopo il suono della sveglia che viene prontamente lanciata fuori dalla finestra del nostro Albergue.
Alessandro timidamente prova a dire “Dobbiamo partire” ma nessuno coglie l’invito e tutti e tre ci giriamo sul lato e continuiamo a dormire nonostante il sole abbia ormai invaso la nostra camera.
Sono ormai le 11:00 e la nostra condizione fisica non accenna a migliorare… decidiamo pertanto di fare colazione e non proprio una colazione da Pellegrini bensì un pranzo pantagruelico…
Ormai è mezzogiorno e non possiamo più oziare… sfruttiamo l’arrivo a Ponferrada di amiche incontrate nel cammino e proseguiamo con loro fino a che ci reggono le gambe.
Camminiamo in batteria a passo sempre più rallentato, io e un’amica guidiamo il gruppo a poche centinaia di metri avanti al gruppo quanto veniamo aggrediti da un cane dagli occhi simili al Caronte di Dante che inizia “poco cristianamente” a mostrare i suoi gradevolissimi denti e a ringhiare come se avessimo sottratto la sua pappa da sotto il muso.
“Sono un uomo vero e so perfettamente gestire queste situazioni e poi sono con una ragazza, devo proteggerla!” questo è ciò che ho pensato… anche perché nella realtà dei fatti ciò che ho pensato è rimasto solo nella mia testa in quanto ho iniziato a correre come Bolt negli anni migliori.
Lo so… atteggiamento poco edificante però è ciò che è accaduto. Ma tranquilli… la ragazza NON è stata morsa ma solo perché dei motociclisti per puro caso passavano da quella strada e hanno separato il simpatico animaletto da noi “poveri e indifesi” pellegrini.
Il cuore batteva forte e velocemente ci siamo riuniti al gruppo che esausto ci implorava di fermarci al primo albergue libero!
A gruppo riunito decidiamo di fermarci ad una fontanella così per fare due “ciance” e rinfocillarci un pochino…quando le nostre amiche: “abbiamo dimenticato al bar la nostra GUIDA!!!!!!!!!!!” (perdere la guida durante il Cammino di Santiago è una cosa gravissima. Non sapere dove andare, dove dormire, dove fermarsi… insomma è la bibbia pratica del pellegrino).
Come si fa? Siamo tutti stanchi e il bar dove presumono essere stata dimenticata la guida dista almeno 2 chilometri dietro!!
ILLUMINAZIONE, vicino ad un campo di grano giace “forse” abbandonata una graziella con tanto di cestino di vimini… Emanuele, senza esitazioni, “alla bersagliera” sale sulla bicicletta e si dirige, fra lo stupore e le risate di tutti, alla ricerca della guida perduta.
Noi stremati attendiamo sul prato… quando all’improvviso dal campo di grano arriva un anziano contadino brandendo un’ascia… “sarà il legittimo proprietario?” Ovviamente si! Ci fingiamo morti… chi fa finta di dormire, chi beve, chi inizia a massaggiarsi i muscoli…
Sono qui a scrivere e quindi non sono stato ucciso in Castilla, ma per correttezza vi informo che la graziella è stata restituita al legittimo proprietario… o meglio riposizionata dove è stata “presa in prestito” ma non è dato sapere se il contadino, che nel frattempo si era allontanato incredulo quasi avesse avuto delle allucinazioni, l’abbia ritrovata il giorno dopo nuovamente lì vicino alla sua “finca”.
Abbiamo rubato? Ma no… siamo bravi ragazzi, è stato un prestito a fin di bene.
Procediamo ancora per pochi chilometri e arriviamo alla Medina, un bellissimo Albergue con terrazza a Camponaraya!
Diffidate sempre dalle terrazze in spagna… non significa “meraviglioso Roof Top” ma solo spiazzo di cemento all’aperto con tavolini brutti.
Non c’è nulla intorno a noi… ma abbiamo una chitarra e le stelle e la notte diventa magica.
Domani, se le gambe, reggono ci spettano 25 chilometri!