Sesta tappa – Camponaraya – Trabadelo
Dopo la breve tappa di ieri non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo essere a Santiago il 20, (nessuno ce lo ha imposto per carità, ma abbiamo il volo di rientro il 22 e almeno due giorni nella stupenda Città di Giacomo è d’obbligo) pertanto oggi ci tocca stringere i denti e allungare il percorso, che “secondo le Guide” dovrebbe terminare a Villafranca del Bierzo, di almeno altri 10 chilometri cercando di arrivare fino a Trabadelo.
Pertanto se la matematica non è un’opinione ci toccano 26 chilometri! I paesaggi che incontriamo sono davvero paradisiaci, attraversiamo splendidi vigneti e veniamo inebriati da incredibili profumi di estate… (in Galizia i profumi cambieranno visto che costeggeremo sempre pascoli e fattorie) la frutta di stagione che cogliamo direttamente dagli alberi deliziano e allietano il nostro cammino…
Possiamo per un secondo parlare della bellezza di camminare e dissetarsi da fonti di acqua ghiacciata e cibarsi, come quando eravamo bambini e il nonno ci staccava una mela dall’albero per fare merenda, con i frutti che incontriamo sui nostri passi? Semplicità… forse ciò che non troviamo nella nostra quotidianità e quindi qualcosa che assume, durante questo viaggio, il valore dell’oro.
Per chi non ha fatto il Cammino quello che verrà di seguito sarà difficile da comprendere eppure “il perdersi in discorsi profondi, intimi, personali, con persone mai viste” è una delle attività principali di questo viaggio…
Non sai come sia possibile, a casa propria determinate confidenze non le facciamo nemmeno al nostro più caro amico figuriamoci con uno sconosciuto che incontriamo per strada (peraltro vestito come un pirla), eppure in questo percorso capita molto spesso! Non sarete giudicati e non sarete compatiti, Santiago è confronto, è catarsi, è libertà, è amore… il cammino a mio avviso prima di chiarire qualcosa su sé stessi aiuta a rendere il cuore leggero!
Ma continuiamo con il racconto della tappa; percorso non impegnativo ma i postumi dei chilometri percorsi nei giorni precedenti si fanno sentire… arriviamo con qualche problema a Villafranca, le ginocchia scricchiolano, le prime vesciche affiorano e i tendini sono infiammati… pertanto ci rechiamo in ospedale, qualcuno di noi NON riesce nemmeno a camminare! (il servizio sanitario spagnolo per i pellegrini è qualcosa di meraviglioso!).
Dopo una rapida visita (i medici ormai conoscono i problemi dei pellegrini come le loro tasche) ci ritroviamo in una piacevolissima piazzetta a decidere cosa fare della nostra vita… continuare o no? questo è il problema! Ci restano ancora 9 chilometri e non sono proprio noccioline! Siamo in sei e l’un con l’altro iniziamo a farci forza…basta! Abbiamo deciso, claudicanti e indolenziti riprendiamo il cammino… il nostro incedere appare incerto e simile agli zombi di walking dead.
Cosa ho scritto prima? Tappa piacevole… benissimo, proprio adesso che siamo più stanchi e nervosi (abbiamo tutti paura di farci male davvero) la strada inizia a salire… passiamo da 400 a 700 metri di altitudine (non è tanto lo ben comprendo ma nella situazione psicologica in cui eravamo ci sembrava di dover scalare l’Annapurna).
Gli ultimi chilometri sono di profondo silenzio… necessitiamo di concentrazione per arrivare a destinazione… e finalmente ecco il cartello TRABADELO, la nostra America!
Cerchiamo un Albergue dove abbandonare le nostre membra… e qui scatta la Magia: OZ ARROXOS!
Sinceramente un ostello come tanti in termini di qualità delle camere ma con un plus…la piscina e un meraviglioso idromassaggio!!!
Un urlo si strozza in gola e dopo 30 secondi siamo tutti e sei spiaggiati come leoni marini sul bordo della piscina a prendere il sole: LIBIDINE!
La cena, questa volta, ha un sapore particolare… domani io e i miei amici andremo diretti fino a O Cebreiro mentre Simona, Serena e Titti, le amiche che ci hanno accompagnato in queste due ultime tappe, si fermeranno prima per risparmiare le forze!
Il Cammino però è questo, incontrare, conoscere, confidarsi, viversi, ridere, piangere, cantare e poi lasciarsi, magari perdersi e perché no magari incontrarsi di nuovo in un’altra tappa o direttamente a Santiago o semplicemente nei ricordi di un viaggio unico e incredibile.