Tre a tre. Sarà la Valle d’Aosta a stabilire chi ha vinto e perso nella sfida per le elezioni regionali. Altro che 7 a 0 ipotizzato dal centrodestra. Che, come sempre, ha dimostrato di sbagliare i candidati. Non in Toscana, dove nonostante la sconfitta il centrodestra ha sfiorato un’impresa considerata impossibile sino a pochi mesi fa. Ma in Campania e Puglia, dove l’ostinazione dei vertici di Fi e Fdi ha portato al disastro. Soprattutto in Campania, con l’inesistente Caldoro, ma anche con l’ormai bollito Fitto in Puglia. Un errore che si ripete ad ogni elezione, ma il centrodestra insiste con personaggi impresentabili.
Dunque la coalizione Lega-Fi-Fdi conquista solo le Marche, strappate al lungo predominio della sinistra. E conferma Toti in Liguria e Zaia in Veneto. In realtà proprio le due conferme offrono le maggiori ragioni di soddisfazioni al centrodestra. Il doge veneziano raggiunge percentuali bulgare, non vince ma stravince. Un trionfo atteso, che non sorprende, visto l’apprezzamento generale. Meno scontato il netto successo di Toti, soprattutto perché in Liguria la coalizione rossogialla si presentava unita ma è stata battuta da un presidente che non ha il dono della simpatia ma che, evidentemente, ha saputo governare.
I media di servizio, come da copione, hanno incolpato Salvini per il mancato successo in Toscana, per il modesto risultato della Lega in Puglia, per la flessione in Veneto e Liguria rispetto alle europee (fingendo di dimenticare che alle europee non c’erano le liste di Zaia e Toti). Auspicando un cambio al vertice della Lega, da affidare a Zaia. Che, ovviamente, preferisce occuparsi del Veneto. Ma auspicando anche che la Meloni sostituisca Salvini come leader della coalizione. Mentre Forza Italia deve ormai rassegnarsi al ruolo di ruota di scorta.
Quanto alla maggioranza di governo, i pentastellati perdono ovunque, ma Giggino si accontenta del successo al referendum. Anche in questo caso colossale errore del centrodestra che lo ha appoggiato e si è visto ignorare come vincitore dopo aver, per l’ennesima volta, disgustato la propria base. Il Pd, logicamente, festeggia il risultato di Toscana, Campania e Puglia. Finge di non accorgersi delle Marche e dimentica i tanti successi del passato in Liguria. Come ignora l’esistenza stessa del Veneto.
Ora, dunque, si attende la Valle d’Aosta, dove sarà il consiglio regionale rinnovato a scegliere il presidente. La Lega, secondo gli exit poll, avrebbe ottenuto un buon risultato ma è tutto da dimostrare che sappia aggregare una maggioranza.