Ha preso il via l’8 e proseguirà fino al 19 maggio la settantunesima edizione del festival di Cannes, una Kermesse che ogni anno ospita migliaia di addetti ai lavori del settore cinematografico: stampa, distributori, direttori di cineteche, ricercatori e studenti di cinema.
A Cannes nei prossimi giorni si festeggerà il meglio della produzione cinematografica attraverso le scelte del comitato di selezione, che mette in azione gli incontri dedicati al business de la Marché che quest’anno vede prevalere una presenza cinese rispetto a quella americana.
Quest’ultima edizione sta facendo discutere per il divieto ai selfie sul Red Carpet, per il divorzio da Netflix e per le proteste contro gli abusi e le molestie sulle donne sull’onda del movimento #MeToo e dell’hashtag #nerienlaisserpasser.
Fa molto discutere l’assenza di Netflix dalla manifestazione ma Thierry Frémaux, delegato generale del Festival a tale proposito si giustifica così: “Le serie televisive sono comunque industria, il cinema in sala deve restare speciale e rappresentare arte, questa divisione esiste dai fratelli Lumière a Edison”. Il messaggio del Festival a Netflix è chiaro, siccome i film del colosso privato non passano dai cinema, in particolare modo da quelli francesi, non possono partecipare al concorso per vincere la Palma d’oro, il premio più importante.
Un’altra rivoluzione in atto a Cannes è il diveto di selfie sulla Croisette, per preservare il decoro e gli autori. Fremaux commenta così questa scelta: “La banalità e il rallentamento provocato dal disordine dei selfie rovinano la qualità della sfilata, e quindi di tutto il Festival”.
La messa al bando dei selfie oltre a infastidire le star potrebbe avere ripercussioni negative sulla stampa, ma Thierry quest’anno più che ai selfie vuole dare più spazio alle donne con una super testimonial, Cate Blanchett, che si é insediata sulla Croisette con il ruolo non solo di presidentessa di giuria ma anche di promotrice delle proteste contro le violenze delle attrici di Hollywood. L’attrice è stata una delle prime sostenitrici del movimento #Meetoo e prima di sbarcare sulla Croisette ha fatto sapere che Harvey Weinstein era stato inopportuno anche con lei. La star a Cannes oltre il tema delle molestie vuole mettere in evidenza il gap tra uomo e donna, evidenziando il divario che, in ambito cinematografico, riguardano non solo il genere ma anche la razza e l’equità di pagamento di un’attrice.
Ma la vera novità è il cartoncino e il numero antimolestie, la direzione del Festival ha consegnato assieme all’accredito e ai biglietti per le proiezioni in mezzo al pubblico, un cartoncino con numero verde, che sarà attivo tutti i giorni del Festival dalle 9 del mattino alle 2 di notte. Al numero verde risponderanno esperti in grado di dare un supporto psicologico e legale alle vittime.
Sono in tanti ad ipotizzare che si sia voluto valorizzare le donne proprio per distogliere l’attenzione del pubblico per l’esigua presenza di 3 sole donne registe in concorso. Ma Cate Blanchett sulle poche registe prontamente commenta così: “Ne avrei volute di più, sì. Ce ne saranno di più in futuro, lo spero. E spero anche non siano state scelte solo perché donne, perché essere attraenti non significa essere stupidi”.
Il concetto che la Blanchette vuole chiarire alla stampa è che le donne presenti in concorso non sono state chiamate in causa perché donne ma per la qualità del loro lavoro e saranno giudicate solo per questo. Le donne devono rappresentare unione e forza contro i recenti scandali che hanno travolto il mondo del cinema.
Ma la novità più importante è un cambiamento strutturale che riguarda le attività di stampa. Da questa edizione i giornalisti non avranno più la possibilità di vedere le anteprime mondiali prima della proiezione ufficiale, ma le vedranno la sera in concomitanza con il pubblico, nella sala Debussy.
Tanti sono coloro che sulla “montée des marches” dovranno mettersi l’anima in pace nella giungla di divieti e imposizioni antidemocratiche francesi dettate dal solerte Thierry Frémaux, perché se un tempo l’incauto selfismo era essenziale adesso chi lo pratica con virulenza a Cannes dovrà adattarsi alla rivoluzione che appare semplicemente una resa agli interessi e al monopolio del business francese.