Il concetto di lavori pubblici, di lavori migliorativi, di lavori utili è legato principalmente al sostantivo. Senza lavoro manca tutto il resto. Dunque molti dei cantieri aperti nei vari Comuni chiamati al voto in autunno non rappresentano un esempio di lavori pubblici ma di cantieri per elettorali.
Perché restano desolatamente fermi, senza qualcuno che ci lavori, se non saltuariamente. I disagi, invece, sono costanti poiché barriere, deviazioni, sensi unici alternati non vengono eliminati quando gli operai sono al lavoro altrove. Così i sudditi si illudono che tutto proceda regolarmente.

Dunque i cantieri, che spuntano come funghi dopo 4 anni di assoluta inattività, servono esclusivamente per far capire ai sudditi che l’amministrazione esiste e pensa al futuro. E se verrà riconfermata darà il via ad una serie di interventi fondamentali.
I sudditi non devono ovviamente chiedere perché ci siano voluti 4 anni e mezzo per aprire i cantieri, perché si aprono tutti insieme. E, soprattutto, non devono chiedere perché i lavori procedano solo in alcuni dei cantieri mentre gli altri sono abbandonati.
Tutt’al più si può chiedere all’amministrazione una cartina con indicati i luoghi dove ferve l’attività. Ma solo per evitare che gli umarell vaghino disperati per le città alla ricerca di lavori da criticare con competenza.