Per il Governo i libri non sono un genere di prima necessità. Tant’è vero che, sin dal primo decreto che risale ormai a quasi un mese fa, Giuseppi Conte e i suoi ministri si sono affrettati a chiudere non solo le librerie ma persino a rendere inagibili i reparti dei supermercati in cui i libri si potevano trovare.
Eppure dovrebbe essere il contrario, dal momento che la gente, costretta a barricarsi in casa, avrebbe più tempo – e magari voglia – di leggere qualche buon libro.
Ad ogni modo le case editrici si sono dovute adattare e, in alcuni casi, inventare nuovi metodi di distribuzione.
È quel che è successo alla Editrice Salerno che ha riproposto un libro di Franco Cardini, il maggiore medievalista italiano, soltanto in formato ebook.
Si tratta di “Le cento novelle contro la morte. Leggendo Boccaccio: epidemia, catarsi, amore” (Salerno editrice, pp. 152, € 11,99), uscito lo scorso 29 marzo solo in formato digitale.
Il libro era già stato pubblicato nel 2007, ma la pandemia lo ha reso di stretta attualità. Pertanto l’editore e l’autore hanno pensato di riproporlo con una nuova introduzione che legasse l’argomento ai giorni difficili che stiamo vivendo.
Come è noto il Decameron di Giovanni Boccaccio racconta la vicenda di un’“allegra brigata” di giovani, tre ragazzi e sette ragazze, che nella Firenze del 1348 decide, per sfuggire al contagio che sta devastando la città, di “far comunità” rifugiandosi in luoghi ameni e salubri; là, per non soccombere all’angoscia provocata dalla “moría”, viene stabilita tra loro la regola di raccontarsi a vicenda, in dieci diverse giornate, una novella ciascuno.
Cardini non è uno studioso di letteratura, bensì uno storico, pertanto la sua attenzione si concentra non tanto sulle singole novelle e sui suoi personaggi che in parte conosciamo fin dai banchi di scuola, ma sulla “ “cornice”, che alla sequenza delle novelle e alle dieci giornate nelle quali esse sono scandite conferisce un senso preciso.
Là, in quelle disquisizioni che possono sembrare scolasticamente prolisse e in quelle descrizioni che possono sembrare goticamente ridondanti, si nascondono invece non solo (e a chiare note!) il presagio dell’ormai prossima cultura umanistica, ma anche il senso e la chiave di lettura di tutta l’opera. […] Perché gli autentici protagonisti dell’opera non sono né Masetto da Lamporecchio, né Andreuccio da Perugia, né Bruno e Bufalmacco, e neppure il nobilissimo Saladino, e neanche la sublime Griselda: bensì, appunto, Pampinea, e Fiammetta, e Dioneo, e Neiile, e le altre e gli altri”. Insomma i dieci personaggi che si raccontano a vicenda le novelle per liberarsi dalla paura del morbo.
Perché allora come oggi “una società civile resa fragile da troppi anni di progressiva ineducazione alla socialità, allo spirito comunitario e al rispetto civile, una società abituata a sopravvalutare i diritti individuali e a trascurare i doveri sociali, nel complesso possiamo sperare che regga, deve reggere e dobbiamo fare in modo che regga”.