Chissà se ora qualche laudatore della Trimurti culturale della destra fluida di governo accuserà anche Franco Cardini, il più grande medievista italianovivente, di essere invidioso dei successi e dei riconoscimenti politici e materiali ottenuti dai passeggiatori invitati a rendere omaggio a lady Garbatella e famiglia. Perché lo storico, forte anche dei privilegi dell’età, ormai evita anche di smussare gli angoli e va giù di accetta.
In un recente passato, a margine di un convegno del centro studi Il Nodo di Gordio, aveva spiegato di stimare personalmente Giorgia Meloni ma non l’imbarazzante schiera degli incapaci che la circondano. Ma ora da “incapaci e incompetenti” si è passati al tranchant “coglioni”. Mentre per la sedicente sinistra la definizione vira su “imbecilli”.
In fondo Cardini non fa altro che rispondere alla vecchia provocazione di Giorgio Gaber: “Ma cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”. Perché è ora di mandare in soffitta le patetiche distinzioni di Bobbio, sbagliate allora e semplicemente assurde oggi. Destra e sinistra, due imbroglione che cercano di nascondere la loro realtà centrista. Perché le false definizioni servono solo per acchiappare voti di elettori che credono ancora alla farsa della inesistente “identità”.
E Cardini ipotizza un futuro abbraccio tra Meloni e Renzi, “che sono entrambi dei centristi nati. E prima o poi succederà, con la benedizione della Casa Bianca potente patrona di entrambi, a meno che non si verifichi lo tsunami internazionale”. D’altronde lo storico fiorentino conosce bene entrambi ed entrambi stima a livello personale.
Molto meno apprezza le loro politiche.
Il problema, però, non è se si verificherà, o meno, questo abbraccio al centro. Ma è capire di che centro si tratti. Nell’immaginario collettivo italiano dei diversamente giovani, centro significa Democrazia Cristiana. Una Dc dalle mille anime ma fondamentalmente attenta a quel ceto medio che era l’asse portante dell’Italia. Un ceto medio che rappresentava l’obiettivo di crescita del proletariato e che esprimeva anche una classe intellettuale e professionale tutt’altro che disprezzabile.
Ora il centro renziano – ed in prospettiva meloniano ma soprattutto crosettiano – è diventato il nemico principale del ceto medio. Considerato esclusivamente come bancomat da cui attingere per seguire le politiche economiche suicide indicate da Washington. E come bancomat da cui prelevare i soldi per mantenere i ceti parassitari. Da un lato equiparando le pensioni dei nullafacenti a quelle di chi si è spaccato la schiena tutta la vita con lavori poveri; dall’altro utilizzando i soldi dei contribuenti per mantenere imprenditori incapaci di restare sul mercato.
Di fronte a questo centro che concorre con la sinistra “d’imbecilli” nel conquistare i salotti della Ztl, diventa particolarmente interessante il convegno organizzato a Trento dal Nodo di Gordio per il 15 settembre. Non solo per il tema, incentrato sui rapporti tra Italia e Cina, ma anche per gli ospiti. L’ex sottosegretario Michele Geraci e poi Marco Rizzo e Gianni Alemanno. Per verificare se esiste qualche prospettiva al di là della “sinistra d’imbecilli” e della “destra di coglioni”. Ed un confronto tra Rizzo e Alemanno può rappresentare un inizio di un percorso differente.