Quella di Capitol Hill, a Washington, è stata, indubbiamente, una Carnevalata. Una Carnevalata in salsa ketchup, se vogliamo un’americanata… Che ha fatto ridere, o per lo meno sorridere noi europei, noi italiani in particolare, che abbiamo, così, potuto sentirci tanto, ma proprio tanto superiori a quel branco di bifolchi vestiti nei modi più improbabili, fantasiosi, centurioni romani, vikinghi, emuli di Toro Seduto, cow boy, sudisti del fantasma del generale Lee… e chi più ne ha, più ne metta…

In effetti, le immagini giunte dagli States ribadivano i più vieti luoghi comuni sugli americani rozzi e ignoranti, ineleganti, obesi, pazzoidi impallinati con le armi… L’America di Trump, hanno commentato in coro le nostrane “anime belle” della stampa e dei Media. Che ha reso, per quattro anni, più pericoloso questo mondo, con il suo incredibile parrucchino e il suo (non) stile privo di cultura e diplomazia. L’ultimo colpo di coda di quell’America, visto che ora si apre la nuova stagione di Joe Biden e, soprattutto, di Kamala Harris. L’America liberal, democratica, quella, elegante, dei diritti civili e dell’integrazione delle minoranze, del politically correct…

E a questo coro unanime, in Italia, si sono affrettati ad unirsi anche gli esponenti di vertice ( si fa per dire) di quella che il nostro Augusto Grandi ha, icasticamente, ribattezzato “l’oppofinzione”. La democrazia va difesa, hanno urlato in coro. I risultati elettorali vanno rispettati. La violenza non è mai ammissibile… e via col tango… O, se preferite, via col vento, visti i costumi prediletti da molti manifestanti di Washington…
Insomma, Biden ha vinto, e giochi chiusi. Tutti pronti, prontissimi a riallinearsi col trionfatore. Rinnegando, spudoratamente i proclami trumpiani e sovranisti di poche ore, o settimane prima,…
Che ci volete fare? Così va il mondo, e così va, sopratutto, l’Italia. Ove si deride la pittoresca Carnevalata di Washington, e si gira tutto il giorno con assurde mascherine anti-igieneche e insalubri, sempre più spesso griffate da stilisti alla moda.
Si alzano alti lai per la violenza di un manipolo di beceri Amerikani, e si chiudono entrambi gli occhi sulle devastazioni delle città portate avanti, un po’ in tutto il mondo, dai politicamente corretti, e sistematicamente organizzati, Blake Lives Matter. Si trova ridicolo il povero “Toro Seduto” che protesta contro la più colossale frode elettorale della storia, e ci si sente colti e nobili montando canee democratiche contro il nome di un formato di pasta che potrebbe richiamare in vita la minaccia fascista… Si grida alla minaccia per la democrazia, e si subisce quotidianamente la violazione non solo della nostra Costituzione ma di ogni diritto fondamentale dell’uomo…
Da parte, per altro, di tirannelli che, per incultura, protervia, volgarità, fanno sembrare i sostenitori di Trump a Washington un’eletta schiera di Lord Brummel, e di menti paragonabili a quella di Hegel.
Miserevole spettacolo. Sordida Carnevalata. Non quella di Capitol Hill. Quella cui abbiamo dovuto assistere qui, in queste ore, in questi giorni. La finzione, ipocrita e consapevole, che negli States le elezioni si siano svolte con perfetta regolarità democratica. Che Trump sia un volgare despota, entrato alla Casa Bianca per errore, e Biden un incrocio tra San Francesco e Salomone, un giusto e illuminato governante. Ci si dimentica, volutamente, la realtà. Il Trump che, con tutti i suoi difetti, non solo non ha scatenato nuovi conflitti, ma ha depotenziato molte crisi croniche. In primo luogo quella, annosa, con il Nord Corea.
E ci si dimentica il Biden fautore di tutti i più avventuristici interventi militari degli ultimi decenni, implicato nelle famigerate Primavere arabe, nel golpe che ha scatenato la tensione con Mosca in Ucraina… per tacere di certi, non limpidi, legami d’affari con Pechino…
Nessuna volontà, qui, di tessere l’elogio di Trump. Né di dare una valutazione politica dell’accaduto. O di lanciarmi in profezie sul futuro del mondo. Io, qui, mi occupo di Maschere e Demoni. Di Carnevale e di cose leggere…
Però lasciatemi dire che è strano ridere o indignarsi per dei mascherati che, in fondo, a loro modo, ancorché grezzo, rappresentano il ventre profondo dell’America. Con le sue molte contraddizioni. Ma anche con la sua, breve, storia e, complessa, identità.
E invece, parallelamente, accettare come se fosse nulla, come se non costituisse un problema, ben altro genere di mascheramento. Volto, in molti modi, ad annullare la volontà dei popoli, dimostrando che la democrazia è solo vuota apparenza. Annichilendo le diversità e le specificità culturali. Riducendo gli individui ad anonimi ed anomici spettri, utili solo a produrre e consumare. Disgregando ogni vestigia di comunità umana. Di civiltà…

Io, qui, come dicevo, mi occupo solo di maschere. E di Demoni. Cerco di raccontarli, entrambi, con i miei pochi mezzi. Col tono a volte della fantasia. Della fiaba gotica… Dove siano le une, le maschere, buffe o tristi, e dove invece dominino gli altri, i Demoni oscuri e crudeli, lascio, però, a voi giudicarlo.