Sono allarmanti i dati su quante donne in Italia siano vittime del catcalling. Secondo lo studio condotto nel 2014 dal gruppo attivista Hollaback!, il 79% delle ragazze riporta di aver subito il primo atto di molestia di strada prima dei 17 anni. Un fatto angosciante, considerando gli effetti psicologici, ma non solo, sulle giovani che ne sono vittima. Nonostante sia un fenomeno che viene spesso sdrammatizzato, la verità è che il catcalling ha un significato per ogni donna che lo subisce. Lascia un segno invisibile ma indelebile.
Catcalling: gli effetti psicosociali sulle donne
Malgrado possano sembrare innocue per la loro breve durata, le molestie di strada causano una serie di effetti psicologici negativi. Paura, ansia, depressione, peggioramento della qualità del sonno, sono solo alcune delle conseguenze, documentate da diversi studi scientifici, del catcalling sulle donne.
Dal punto di vista emotivo, il catcalling causa una percezione di minore sicurezza, soprattutto negli spazi pubblici isolati, portando a un considerevole aumento dello stato di ansia (Davidson et al., 2016). Allo stesso tempo, lo studio condotto da O’Leary nel 2016, riporta che le donne di fronte al catcalling sviluppano una risposta emotiva che comporta rabbia, imbarazzo, irritazione e disagio.
Le molestie sono direttamente e indirettamente correlate ai sintomi del disturbo da stress post-traumatico (PTSD): auto-colpa, vergogna, problemi di sicurezza, paura degli uomini e molte altre. Tutte conseguenze che vanno a impattare sulla salute mentale delle donne (Carretta & Szymanski, 2020). Questi tipi di stress posso anche indurre a considerevoli modificazioni comportamentali, tra cui il più frequente è l’evitamento: cambiare strada per tornare a casa, non frequentare precisi luoghi, evitare di prendere un determinato mezzo, non uscire di sera e di notte. A tale riguardo, lo studio condotto da Hollaback! sostiene che più dell’88% delle donne italiane ha cambiato, almeno una volta, la strada per tornare a casa a causa di molestie.
Questo tipo di violenza è direttamente correlato all’auto-oggettivazione: la ripetuta esposizione ad atti di oggettivazione sessuale portano le donne a interiorizzare una visione oggettivata del proprio corpo. Questa tendenza conduce le giovani a preoccuparsi e a focalizzarsi sul proprio aspetto fisico, tanto da vergognarsene (Fairchild & Rudman, 2008). Citiamo solo alcune conseguenze di questo tipo di comportamento: disturbi dell’immagine corporea, insoddisfazione del proprio corpo, aumento dei disordini alimentari, utilizzo della medicina estetica.
Aurora Ramazzotti e il suo grido contro il catcalling
Questi sono solo alcuni degli studi sulle conseguenze provocate dal catcalling e il suo significato per le donne. Nonostante siano ben documentati, sembra che la società continui a ignorarne la gravità. Il tema è stato ultimamente riportato al centro dell’attenzione grazie ad Aurora Ramazzotti.
“Ci rendiamo conto che nel 2021 succeda ancora il fenomeno del catcalling?” sono queste le parole della giovane Ramazzotti pubblicate tra le sue storie di Instagram. “Non appena mi metto una gonna o, come in questo caso, mi tolgo la giacca sportiva mentre sto correndo perché fa un caldo terribile, devo sentire fischi e commenti sessisti. A me fa schifo e se sei una persona che lo fa e stai vedendo questa storia, sappi che fai schifo” afferma la ragazza senza mezzi termini. Aurora esplicita chiaramente la sua posizione, con la sua amabile spontaneità che da sempre la definisce.
Meno catcalling e più attenzione al suo significato per le donne
A causa della lacuna di una legge che vieti il catcalling in Italia, questo continua a verificarsi a un ritmo crescente. Tale forma di molestia è diventata talmente tanto normalizzata da far parte del tessuto sociale italiano. C’è una mancanza di conoscenza relativa alla comprensione delle esperienze vissute dalle donne vittime di catcalling. Una mancanza inaccettabile che andrebbe colmata con interventi di sensibilizzazione e formazione sul rispetto della donna in quanto persona.