“Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri”. È il titolo dell’ultimo libro di Paolo Morando. Disgusto totale. No, non il libro che è anzi meritatamente in finale al premio Acqui Storia. Il disgusto totale è ciò che si prova nei confronti di questo Paese, purtroppo il nostro Paese.

E Morando racconta solo lo schifo legato ad un unico personaggio. Con ricostruzioni magari non sempre pienamente convincenti, ma ciò che conta davvero è il quadro d’insieme. Ed è un quadro che porta a sperare unicamente nella dissoluzione di un’Italia che era pessima nei decenni del dopoguerra, ma che ora è di molto peggiorata, anche se il disastro attuale non rientra nell’analisi di Morando.
I più giovani neppure sanno chi sia stato Cefis. Il successore di Mattei alla guida dell’Eni, lo scalatore di Montedison con i soldi pubblici. Forse il vero responsabile dell’attentato con cui venne eliminato Mattei, reo di aver tentato di rendere l’Italia indipendente sotto l’aspetto energetico rispetto all’oligipolio delle “sette sorelle”.
Cefis il partigiano che, nelle sue scalate, si circonda di altri partigiani. Ma che non disdegna di versare denaro ad ex repubblichini che lo appoggiano. Cefis legato a Israele e Stati Uniti per smontare, ad ogni costo (in termini di morti ammazzati), la politica filo araba di Mattei.
Cefis che, per non essere infastidito nel suo buen retiro sul Lago Maggiore, distrugge anche i reperti archeologici rinvenuti nel parco della sua villa. Cefis massone, che accetta di ritirarsi a vita privata, con un immenso tesoro, in cambio dell’immunità giudiziaria.

C’è di tutto, nel libro di Morando. Intrecci disgustosi con la magistratura, con gli Agnelli, con i politici, con i giornalisti. I testi sorprendenti di Rino Gaetano ed il film Forza Italia sparito nel 78 subito dopo il rapimento Moro. Lo spaccato di un sistema di potere che non ha creato ricchezza per il Paese ma, in compenso, morti ed ancora morti.
Perché la vita umana non ha alcun valore di fronte alla logica del potere per il potere. E forse il simbolo di questa Italia da distruggere e da rifare completamente è nella vicenda della collezione di ex voto di Cefis. Sequestrati poiché considerati rubati. Esempio della concezione di assoluta impunità persino negli hobby privati.
L’unica giustificazione sta nella grandezza del male, nella capacità di gestire giochi sporchi, criminali. Anche a livello mondiale. Al servizio di chi, nei suoi mesi da partigiano, lo aveva aiutato e foraggiato.
In tutta questa storia l’Italia è solamente una vittima. Ma ugualmente colpevole per aver chinato il capo, plaudente, di fronte a chi veniva spacciato per un grande personaggio.