Si può conciliare l’etica con l’intelligenza artificiale? Si può fare in modo che la civiltà delle macchine sia al servizio dell’Uomo e non lo trasformi in un essere privo di ogni capacità decisionale, escluso di fatto dalla vita stessa? Secondo CENTAI – il centro di ricerca sull’intelligenza artificiale e sulle scienze dei sistemi complessi – si può e si deve.
CENTAI nasce da una collaborazione tra un gruppo internazionale di scienziati ed Intesa Sanpaolo. E, secondo Gian Maria Gros Pietro, presidente dell’istituto bancario, permetterà a Torino di diventare un punto di riferimento per l’intelligenza artificiale, e non soltanto a livello nazionale.
I dubbi, tuttavia, restano. Perché gli stessi responsabili di CENTAI spiegano che la loro missione è quella di “aiutare la classe dirigente a prendere decisioni razionali, basandosi sulla migliore informazione possibile e su dati affidabili, dotandosi delle metodologie più efficaci e degli strumenti computazionali più avanzati, per trovare soluzioni nuove”. Ovviamente per garantire a individui, famiglie e comunità un futuro prospero e sicuro. Manca solo la garanzia della felicità infinita e siamo a posto.
Naturalmente è doveroso credere alle buone intenzioni degli scienziati. Ma a forza di buone intenzioni sono stati massacrati gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki. Ed è evidente che la gestione dell’intelligenza artificiale sarà nelle mani di chi ha le risorse economiche e finanziarie per investire nel settore, per rivolgersi ai migliori scienziati. Gli individui, le famiglie e le comunità saranno soggetti passivi, non i protagonisti di questo cambiamento. Ma non hanno neppure la possibilità di fermarlo, e neanche di indirizzarlo.
Resta solo la speranza che davvero l’etica sia un faro che resti sempre acceso. E che – come è stato assicurato – la tecnologia venga utilizzata per realizzare l’Uomo e non per trasformarlo a seconda degli interessi della “classe dirigente” che paga gli scienziati.
La presentazione di CENTAI è stata anche l’occasione er la prima proiezione di Vοῦς/Nous, la video installazione immersiva pensata per raccontare la scienza e gli scienziati attraverso le interviste ai ricercatori di CENTAI: costruito a partire da un racconto anonimo, Vοῦς/Nous deve il suo titolo al termine greco che definisce l’intelletto, il νοῦς che, secondo Anassagora, rappresentava la ragione universale ordinatrice del mondo a partire dal caos, affiancato al pronome francese dalla stessa pronuncia, che determina il “noi” inteso come comunità scientifica.
Ed anche in questo caso è evidente che la “comunità scientifica” è ben altra cosa rispetto alla comunità in senso generale. Ed il Nous francese non ha molto in comune con il Vous. Noi siamo noi, e voi non siete un…