Dum Garbatellae consulitur.. No, questa volta Sagunto non è stata espugnata e, anzi, mentre a Roma si bamblinava, in Sardegna è arrivato un sasso preciso in fronte a Forza botulino.
A scagliarlo Salvatore Deidda, detto Sasso, parlamentare di Fratelli d’Italia che ha perso la pazienza di fronte a tentennamenti e tentativi di ricatto messi in atto dal partito guidato sempre peggio da Antonio Tajani.
Perché prima Forza botulino si era seduta al tavolo con la sorella della Garbatella e con la Lega per decidere le candidature alle prossime elezioni regionali.
Un candidato della Meloni in Abruzzo, uno indicato dalla Lega (che ha scelto un esponente del Partito sardo d’azione) in Sardegna, due voluti da Berlusconi in Piemonte e Lucania.
Tutto risolto? Macché. Perché dal basso dei propri consensi, Forza botulino ha cominciato a mettere i veti sui candidati altrui. Ha bocciato, uno dopo l’altro, tre candidati meloniani in Abruzzo ed ora ha messo anche in dubbio la scelta della Lega per la Sardegna.
Così Deidda ha deciso che era ora di chiarire la situazione con i sedicenti alleati e ha minacciato di far saltare la coalizione del centro destra.
Forse proprio ciò che vuole Forza botulino, soprattutto ora che si moltiplicano le voci sulla nascita di un partito di Renzi che sarebbe probabilmente l’alleato più gradito per gente come Brunetta, Bernini, Gelmini, Mulè, oltre allo stesso Tajani.
E se salta l’intesa in Sardegna, è inevitabile che salti anche nelle altre regioni. Rendendo sicuramente più facile una alleanza tra Salvini e Meloni, ma meno agevole un successo a livello regionale.
È però anche vero che non tutti gli elettori rimasti con Berlusconi gradirebbero una grande ammucchiata da Forza botulino alla Boldrini passando per Renzi, Zingaretti, Bonino.
Nel frattempo la Lega ha incassato, come previsto, la sconfitta in Valle d’Aosta, con la defenestrazione del presidente Spelgatti. Ora governa una coalizione autonomista che comprende l’Union Valdôtaine e le varie formazioni nate per scissioni varie dalla stessa Uv.
Con alla presidenza Tonino Fosson, anche lui ex Union Valdôtaine ma, soprattutto, molto vicino a CL, Comunione e Liberazione. A volte ritornano.