L’orientamento di questo governo è la statalizzazione, non quella comunista, né quella dello stato corporativo, (almeno una sussistenza la davano) ma quella a vantaggio delle sole multinazionali, i cui magnati con una lettera pubblicata da Il Fatto quotidiano giorni fa fingono di voler pagare le tasse perché con la patrimoniale, che metteranno, verranno a comprarsi, nel nostro caso, tutta l’Italia.
Ammazzano definitivamente la classe media e i piccoli imprenditori, cioè chi finora ha dato lavoro agli Italiani e pagato le tasse. Poi si chiedono il perché del calo immobiliare: case costruite da geometri, non sempre da ingegneri, e senza l’ausilio dei geologi, che si pagano tanto e si svalutano del 10 per cento, con obblighi di manutenzione.
Spesso si vedono edifici storici andati in malora, dove Comuni ed enti pubblici non hanno nessun interesse a recuperarli, eppure sono storia, spesso belle strutture contro gli obbrobri dei condomini che non vuole più nessuno. Tanti bilocali in vendita perché il sistema ha deciso che è abolita la famiglia, tante case non sostenibili.
A settembre la resa dei conti con gente che venderà prime, seconde, terze case, o dipendenti senza arte, né parte, che si sono fumati la cassa integrazione, che non hanno progettato e tutelato la famiglia, schiavi moderni sempre più grassi imbottiti di cibo malsano dei discount e devoti alle farmaceutiche che dovranno “curarli”, senza memoria della civiltà contadina e dei suoi sapori, una civiltà contadina confinata e vessata da leggi, leggine, orpelli, tasse.
E i giovani? La maggior parte è stata indottrinata dalla scuola e dai genitori anni ’70/80 a cercare il guadagno non il lavoro, a non avere responsabilità e fare il dipendente sindacalizzato, in tempi in cui il sindacato fa affari col padrone; i giovani non hanno obiettivi, non hanno ambizioni, non hanno interessi, anche quando provano ad avere un pensiero, non hanno iniziativa, non hanno un progetto di vita figurarsi un progetto sociale. Li vedi “senza sangue”, smorti come larve, senza emozioni, senza gioia di scegliere, senza passione: mangiano, dormono, obbediscono muti, il mutismo è la loro parola e va bene anche ai genitori.
Nel mondo del lavoro non hanno collocamento diverso dalla catena di montaggio e potremmo preferire i robot. Le loro lauree brevi, vuote, inutili. Gli studi professionali o gli imprenditori, che non operano nella manifattura, non se ne fanno niente. Un’Italia sempre più brutta, più estranea, più vuota, più vana in un’Europa emaciata e al tramonto. Perché investire e rimanere in Italia? Altro che Bel Paese!