“Nonno, raccontaci una favola!”
“C’erano una volta i vigili urbani che sapevano dirigere il traffico delle automobili..”
“Ma dai, nonno! Una più credibile. Con draghi e principesse, non così assurda..”.
Ormai neppure il nipotino più ingenuo potrebbe credere ai racconti dei tempi lontani quando i vigili facevano servizio sulle pedane in mezzo alla strada, con maggior efficacia rispetto ai semafori che li avrebbero sostituiti negli anni seguenti. Vigili che, con un colpo d’occhio, erano in grado di comprendere i flussi del traffico, aumentando o diminuendo la durata del via libera per chi proveniva da un lato o da quello perpendicolare. Vigili che riuscivano persino a far girare a sinistra le auto condotte da guidatori inesperti.
Difficile credere che sia esistito davvero quel tempo lontano. Ora, quando si è imbottigliati in una coda lenta ed esasperante il primo pensiero anche dei bambini a bordo è: “Ci saranno i vigili”. La loro presenza significa ingorghi, caos, attese infinite, brusche frenate, insulti a raffica.
Evidentemente la formazione è destinata esclusivamente ad accelerare la compilazione dei verbali per punire le auto in divieto di sosta, per verificare se un banco al mercato sporge di 4 millimetri oltre il consentito. Per dirigere il traffico ci sono i semafori e, quando sono guasti, ci deve pensare il Padreterno.
Nella favola che raccontava il nonno, il vigile – definito anche pizzardone, civich, ghisa a seconda delle città in cui operava – a Natale si ritrovava con la pedana invasa dai panettoni che gli regalavano gli automobilisti. Consapevoli della delicatezza e dell’importanza del suo lavoro. Non che il vigile fosse particolarmente amato. Anche in passato era un multatore. Ma occasionale, non seriale. Era al servizio del cittadino, non delle casse dell’amministrazione. Forniva persino informazioni utili, non si dedicava agli agguati nascondendosi dietro gli alberi.
Ma le favole finiscono sempre. E questa volta non terminano con il rituale “e vissero tutti felici e contenti”. Il finale è cambiato: “e vissero tutti multati ed arrabbiati”, mentre il feroce sceriffo di Nottingham contava il denaro dei sudditi..