Lunedì finalmente Mario Draghi ha tenuto una conferenza stampa per spiegare meglio il contenuto, e soprattutto le ragioni, del nuovo decreto legge. Ha iniziato chiedendo scusa dell’attesa ma non si era reso conto di come il suo comportamento della settimana scorsa potesse essere stato interpretato come un atto di scortesia verso la stampa. In effetti chi poteva essere così egoista da pretendere dal premier delle spiegazioni su delle norme che nei prossimi mesi incideranno fortemente sulle libertà di milioni di italiani? La chiacchierata tra amici, gestita in strada da Brunetta e Speranza, poteva essere considerata più che sufficiente.
Ma tant’è, alla fine Mr. Draghi ha deciso di esporci nei dettagli ciò che era stato deciso durante il Consiglio dei Ministri e approvato all’unanimità, senza scontri tra le varie forze politiche (così ha dichiarato uno stizzito Brunetta a quel giornalista che gli ricordava le tensioni dei giorni precedenti ma ovviamente l’importante è sempre negare, negare e ancora negare).
Così gli italiani hanno finalmente potuto conoscere tutta la verità. L’Italia sta affrontando l’ennesima crisi sanitaria, nonostante gli immani sforzi del governo, perché una nutrita fetta di popolazione (in effetti il dieci per cento di fronte a novanta è veramente numeroso…) ha deciso di non vaccinarsi.
La causa dei nostri problemi ha un nome solo e Draghi l’ha scandito a pieni polmoni durante la conferenza stampa: i novax, novelli terroristi incoscienti che rischiano di far affondare il nostro paese. Certo che per una persona che, secondo i media adoranti dell’ultimo anno, è molto influente sia a livello europeo che internazionale sembra una spiegazione un po’ semplicistica. Ci saremmo aspettati qualcosa di più complesso ma forse continuiamo ad essere degli inguaribili ingenui.
In realtà, a ben pensarci, dietro questa motivazione semplicistica si nasconde un’antica mossa politica e sociale: quella del capro espiatorio. Riportiamo le definizione della Treccani per rinfrescare la memoria a chi ci legge: “essere animato capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata. Il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione, quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto. Questa trasmissione del male era conosciuta anche dai Babilonesi, Assiri e dai Greci”.
Avete capito? I nostri problemi derivano tutti dai novax e solo perseguitando loro possiamo liberarci del male, cioè il Covid.
Eppure, a ben pensarci, sono due anni che l’Italia si trova in emergenza sanitaria. Un anno fa i vaccini non c’erano, e nemmeno i novax. Allora siamo proprio sicuri che siano loro i colpevoli? E siamo altrettanto sicuri che il modello Italia sia stato veramente preso a prestito dal resto del mondo per affrontare nel miglior modo possibile la pandemia?
Proviamo per un attimo ad abbandonare logiche orientali e desertiche che non ci appartengono e, invece di trovare un capro espiatorio, cerchiamo di analizzare la realtà con raziocinio e senza paraocchi. Al di là che la variante Omicron è fortemente contagiosa ma produce effetti meno pesanti della precedente (in Sudafrica, da cui si è poi diffusa nel resto del mondo, lo dicevano già due mesi fa), perché l’Italia continua a faticare nella gestione quotidiana dell’emergenza sanitaria?
Si dice che due terzi dei posti letto negli ospedali siano occupati da non vaccinati. Però non si dice che nulla è stato fatto in questi due anni per aumentare quei posti letto e assumere nuovo personale sanitario. Per non dire di come negli ultimi decenni sia stata maltrattata la nostra Sanità, una volta fiore all’occhiello a livello mondiale, per inseguire logiche privatistiche e unicamente interessate al profitto.
Si dice che gli studenti siano pericolosamente portatori di contagi ma ad oggi gli interventi di aerazione delle strutture scolastiche sono banalmente le finestre aperte e gli studenti infreddoliti. Da qualche giorno solo i vaccinati possono salire sugli autobus e non più i lavoratori non vaccinati che, dovendosi tamponare ogni due giorni per non perdere il posto di lavoro, in realtà garantivano maggiori sicurezze rispetto a chi è semplicemente vaccinato. E gli esempi potrebbero proseguire quasi all’infinito.
Eppure questo modo di agire ci sembra di averlo già visto nel recente passato. Ricordate due anni fa quando le discoteche, i runner e chi osava camminare in solitudine con la mascherina abbassata venivano indicati come incoscienti untori? Come vedete non è cambiato nulla, siamo ancora alla ricerca del capro espiatorio di turno che permetta ai politici di autoassolversi per le proprie incapacità nella gestione dell’emergenza. D’altra parte, cos’altro aspettarsi da un governo che ha confermato come ministro della Salute il geniale Speranza, che aveva già ampiamente dimostrato le proprie inettitudini durante il precedente esecutivo Conte?
In conclusione, come italiani, non possiamo che avere una speranza (quella vera e con l’iniziale minuscola…): che la Natura faccia il suo corso e che prima o poi questa pandemia, alla pari dell’inizio improvviso ed inaspettato, allo stesso modo scompaia dall’oggi al domani, come già successo nel secolo scorso con la spagnola. Magari le probabilità che accada possono oggi apparire basse ma di sicuro sono nettamente maggiori di quelle derivanti dall’affidarsi alle scelte politiche ed antisanitarie del governo Draghi.