Un giorno speciale per il #Cervino. 153 anni fa, il 17 luglio del 1865, la spedizione Italiana guidata da Jean Antoine Carrel apriva per la prima volta la via italiana per la cima di questa stupenda montagna.
“Il Cervino, oltre che di pietra, è fatto di emozioni; le emozioni di tutte le persone che hanno avuto l’occasione di legarsi a lui, un legame fatto di desiderio, di piacere, a volte anche di dolore e sconforto. È la montagna che più di tutte ha ispirato alpinisti, scrittori, poeti, artisti, politici, pittori…è sempre capace di donare delle emozioni ad ognuno di noi. Ogni volta che scalo la Gran Becca sento tutta la sua potenza, tutta la sua storia, tutta la sua sacralità. È a mio avviso la montagna che incarna il viaggio emozionale perfetto. Sono contento di poter trasmettere questo spirito a tutte le persone che accompagno, legati dalla stessa corda.” (Gérard Ottavio, Aosta 7/12/1976-6/10/2016)
Perché amo la montagna? Perché per me la Montagna é Libertà, che significa essere liberi di scegliere i propri legami. Io, come scriveva Gérard prima della sua troppo prematura scomparsa, ho scelto di legare la mia vita ai monti e al Cervino.
Ho scalato il Cervino il 7 agosto 2016 e le emozioni, che ho provato quando ho toccato quella croce “là dove ridono e cantano gli angeli“, sono indescrivibili.
Erano le 17, quando sono arrivata in punta, ma il tempo sembrava essersi fermato: «Come ipnotizzato stendo le braccia alla croce finché sento stretto al mio petto il suo corpo metallico. Allora mi si piegano le ginocchia e piango» (W.Bonatti).
Visto l’orario anomalo, ero da sola in vetta al Cervino a godere di quel silenzio, della croce e del panorama mozzafiato, ascoltando solo i battiti accellerati del mio cuore, sciolto in lacrime di felicità.
Voglio lasciarvi qualche curiosità sul Cervino, che ho scalato dalla Cresta del Leone fino in punta alla vetta italiana, che è 2 metri più bassa di quella svizzera. Sono stata molto fortunata perché il Cervino mi ha concesso la sua conquista al primo tentativo, nonostante la neve caduta due giorni innanzi, cogliendo di sorpresa due inglesi che purtroppo non sono sopravvissuti.
Il Cervino con i suoi 4478 metri é la terza vetta più alta d’Europa. Il toponimo italiano deriva da quello francese Servin (dal latino silvanus cioè “boscoso”) ma poi erroneamente trascritto come Cervin. Per gli svizzeri è il Matterhorn ma é la Gran Becca per gli abitanti della Valtournenche.
La via italiana fu aperta da Jean-Antoine Carrel (la cui croce si trova proprio poco al di sopra del Rifugio Duca degli Abruzzi Oriondé) il 17 luglio 1865, preceduto da Edward Whymper nella prima ascensione dal versante svizzero il 14 luglio ma la cui discesa fu funestata da una grande tragedia.
Walter Bonatti: sono le 15,15 del 22 febbraio 1965, quando Bonatti mette piede sulla vetta del Cervino dopo 4 giorni di scalata solitaria a 30 gradi sotto zero nel cuore della parete nord. A soli 35 anni ha deciso di abbandonare l’alpinismo estremo e, per la sua uscita di scena, ha scelto lo «scoglio più nobile d’Europa», come aveva ribattezzato la Gran Becca il pittore inglese John Ruskin (1819-1900), affascinato dalla sua perfetta forma piramidale. Bonatti realizza un triplo record: prima solitaria sulla parete nord, nella stagione più dura (l’inverno) e per una via nuova.
Kilian Jornet Burgada – il 21 agosto 2013 batte il record di velocità (salita e discesa) dalla via italiana di Bruno Brunod impiegando 2h 52′ 02″.
Hervé Barmasse – il 13 marzo 2014 effettua il primo concatenamento invernale delle quattro creste del Cervino in solitaria, salendo prima per la Cresta di Furggen e scendendo per la Cresta Hörnli, per poi risalire dalla Cresta di Zmutt e ridiscendere dalla Cresta del Leone in 17 ore.