Autore de I Fiori del Male, Charles Pierre Baudelaire incarna lo stereotipo dell’artista maledetto: geniale, dalla forte personalità, estremo. E’ considerato uno dei maggiori poeti del XIX secolo, ma la sua attività non si limitò alla poesia. Si dedicò anche alla critica letteraria e artistica, alla filosofia e al giornalismo.
Una vita breve
Charles Baudelaire nasce nel 1821 a Parigi. Suo padre ha 68 anni e muore a qualche anno dalla sua nascita. Sua madre ne ha 28 e si risposa con un militare. I rapporti con l’uomo sono tesi, la disciplina che gli impone è rigida e lui la rifiuta. Baudelaire si diploma, nonostante un’espulsione dovuta a screzi con un professore. Una volta terminato il liceo si appassiona alla carriera letteraria. Inizia quindi a frequentare scrittori e artisti bohémien e il suo nuovo stile di vita lo porta a indebitarsi. La sua condotta dissoluta conduce i genitori alla decisione di imbarcarlo per l’India. Non ci arriverà mai, colpito da un attacco di nostalgia, Baudelaire scende dalla nave all’isola Mauritius e fa ritorno a Parigi. Il viaggio gli lascia però un certo gusto per l’esotismo, che ritornerà nella sua opera maggiore, I fiori del male.

Ormai maggiorenne, entra in possesso dell’eredità paterna, con la quale riprende la sua vita da bohémien e incomincia la sua carriera come giornalista e critico d’arte. Conosce Jeanne Duval, attrice e danzatrice creola, con la quale vivrà un’intensa e travagliata storia d’amore. Nonostante Baudelaire non abbia ancora scritto nulla è già noto nei circoli per il suo stile di vita dispendioso e il suo atteggiamento dandy. Conosce Balzac, Delacroix, Gautier, tutti membri del Club dei mangiatori di hashish, nato con lo scopo di esplorare le esperienze mentali prodotte dagli allucinogeni. Ma i debiti aumentano, Baudelaire ne è ricoperto. Disperato e mentalmente depresso nel 1845 tenta più volte il suicidio.
Lavora sulle sue poesie, ottiene successo grazie alla critica che produce sui Salòn parigini. Partecipa anche ai moti rivoluzionari parigini del 1848, ma il successo non arriva e Napoleone III impone il suo regime. Nel ’49 si trasferisce a Digione, dove conosce Courbet. Nel 1855 esce la prima edizione de I fiori del male, il suo capolavoro. L’opera lo condurrà qualche anno dopo a processo, con l’accusa di aver offeso la morale pubblica. Baudelaire è nevrotico, isterico, senza più soldi, dipendente da laudano e alcool. Nel ’62 perde la sua amata Jeanne e il fratellastro. La morte lo coglie nel 1867 all’età di 46 anni, probabilmente a causa della sifilide contratta in gioventù a causa della frequentazione di prostitute.

Molti poeti che lo succedettero furono influenzati da Baudelaire. Anche giganti della letteratura come Valery, Proust, Verlaine, Mallarmè e Rimabud. E’ stato principale promotore del concetto di spleen. In greco antico il termine significa “milza”, produttrice di bile nera. Questa bile era all’origine di malessere esistenziale, inquietudine, noia. Il poeta, non riuscendosi ad adeguare al contesto di vita in cui si trova, è depresso, in uno stato d’angoscia al quale non può sottrarsi in alcun modo.
Qualche curiosità Charles Baudelaire
- In gioventù Charles Baudelaire era solito frequentare prostitute, ma con una di esse, Sara, giovane ebrea, iniziò addirittura una relazione stabile.
- La relazione più duratura che ebbe fu con Jeanne Duval, figlia illegittima di una prostituta. Anche lei morì di sifilide nel 1862. La madre di Baudelaire la odiava e riteneva che fosse causa di debiti e problemi psicologici del figlio.
- La ricerca del lusso in ogni aspetto della sua vita lo portò ad affittare un appartamento all’hotel de Pimodan, nel centro dei Parigi. Le tende dell’appartamento erano tenute in modo da oscurare solo la parte inferiore della finestra, dalla quale si poteva vedere la Senna. In questo modo lo sguardo sarebbe potuto essere rivolto solo al cielo.
- Fin dalla gioventù si appassionò alle opere di Edgar Allan Poe, che tornò a tradurre negli ultimi anni della sua vita.
- Il procuratore che portò in causa lui e il suo editore si chiamava Pierre Ernest Pinard ed è lo stesso che processò Flaubert per il romanzo Madame Bovary.