Evviva il ministro Dadone che si fa fotografare con i piedi sul tavolo ministeriale manco fosse in un Saloon del vecchio West. Condanna senza appello per una foto, pubblicata su un sito social dedicato alle immagini di Torino e del Piemonte, che ritrae una quinta elementare del Collegio Sacra Famiglia impegnata nella classica foto di fine anno scolastico. I commenti variano tra la pena per i bambini immortalati e l’indignazione assoluta nei confronti di insegnante e fotografo. Un lager che viene ostentato senza vergogna.

Quale il crimine commesso? Più di uno. Innanzitutto la simmetria dei bambini in posa. Con le gambe accavallate in una direzione per chi è seduto a sinistra e nella direzione opposta per chi è sul lato opposto. Chissà a quali torture saranno stati sottoposti i bambini di 10 anni per arrivare ad una simile immagine. Costretti, in quinta elementare, a conoscere già la differenza tra gamba destra e sinistra. Un chiaro sopruso.
E poi gli abiti. Orrore! Tutti con l’abito della festa. Neanche un jeans strappato, una macchia di sugo sul maglione. Macché. Mancava la libertà, è evidente.
Così qualche commentatore si chiede, inevitabilmente, quali turbe psichiche possono essere derivate a bambini costretti ad essere educati. Chissà gli effetti nefasti sulla società di allora. Perché chi è stato costretto, per 5 minuti, a restare seduto in modo simmetrico, sicuramente sarà diventato uno psicopatico, avrà ucciso moglie e figli, avrà violentato e represso.

Poi, però, soffermandosi sui volti dei bambini – che non sembrano rendersi conto del loro ruolo di vittime di una violenza fisica e morale – si scopre che i poveri piccoli sono diventati, crescendo, professionisti affermati, imprenditori, artisti. In un caso anche leader dell’estrema sinistra torinese. Tutti, o quasi, con carriere personali molto più utili alla società rispetto ad un ministro che come unico segno distintivo può vantare i piedi sulla scrivania.