Asmara, estate del 1937. L‘ex maggiore dei regi Carabinieri Aldo Morosini è da poco stato integrato nella PAI, Polizia dell’Africa Italiana che, nelle regioni coloniali, ha sostituito le precedenti forze di pubblica sicurezza.
All’improvviso sull’ufficiale si abbatte una tegola che ne stravolge la vita. In seguito a una denuncia per concussione il suo alloggio viene perquisito e in un cassetto della sua scrivania vengono trovate diecimila lire con i numeri di serie che corrispondono a quanto contenuto nella denuncia. Morosini casca dalle nuvole, non ha idea di come quel denaro possa essere finito lì e si rende immediatamente conto di essere oggetto di una macchinazione tesa a screditarlo. Il suo superiore, tuttavia, non può far altro che sospenderlo dal servizio e dall’erogazione dello stipendio, e ne blocca pure il modesto conto in banca. In poche parole, da un momento all’altro, l’ex carabiniere si trova senza soldi, senza alloggio e con una reputazione ridotta in macerie.
Parte di qui la sesta indagine del maggiore Aldo Morosini nell’Africa Orientale Italiana, dovuta alla fantasia di Giorgio Ballario, uscita all’inizio di questo mese per le Edizioni del Capricorno (pp.293, €14,00).
Il personaggio era nato una quindicina di anni fa quando per le Edizioni Angolo Manzoni usciva il primo capitolo di quella che si è trasformata man mano in una vera e propria saga che vede al centro non solo il protagonista ma un’intera regione che, ben prima dell’avvento del Fascismo, rappresentava buona parte dei possedimenti d’oltremare italiani. Una regione e una realtà oggi pressochè dimenticata, rimossa insieme a tutto quanto è legato al Ventennio, ma che negli anni Trenta ha rappresentato un sogno, molto spesso infranto, per centinaia di migliaia di italiani in cerca di fortuna e di riscatto.
La complessa vicenda poliziesca ordita da Ballario in questo suo ultimo libro si intreccia così con un ambiente e una città, Asmara appunto, che diventa protagonista viva della storia, con i suoi monumenti, i suoi negozi, le sue attività, la sua vitalità, la sua gente.
Per sciogliere l’intrigo Morosini è coadiuvato, come al solito, dal fido maresciallo Barbagallo e dallo sciumbasci eritreo Tesfaghì, già coprotagonisti dei romanzi precedenti. Ma la sua situazione è assai più delicata in quanto egli deve agire al di fuori dell’istituzione in qualità di privato cittadino.
Forte di una cospicua produzione di libri polizieschi e di una distribuzione accurata che ne ha decretato un successo più che lusinghiero, Ballario è diventato padrone del genere, e riesce, anche in questo caso a costruire una trama solida e ricca di colpi di scena.
Ne nasce una lettura che non mancherà di soddisfare i numerosi appassionati che in passato si sono lasciati coinvolgere dalle vicende dei suoi personaggi, e magari di catturare l’interesse di nuovi lettori. Tanto più che l’editore ha recentemente provveduto alla ristampa di tutti i volumi dedicati alle vicende del maggiore Aldo Morosini.