Sarebbe ora di un’azione di responsabilità verso il governo. Rimborsasse di tasca sua, il premier, le aziende fornitrici dei banchi a rotelle, gli operatori dello sci per le spese sostenute in vista di impossibili riaperture, le spese dei ristoratori, le babysitters, i datori di lavoro bloccati nei licenziamenti, oltre ai ristori che sarebbero dovuti e di natura più consistente e certa.
Quindi da una parte assistenza anche se nessuno, tranne i renitenti alla vanga, la vuole perché tutti vogliono lavorare e fatturare – possibilmente con un fisco semplice e certo, magari con una tassazione al 15% per tutti, come avviene in molti paesi – dall’altra risarcimento personale dei danni. Questo sarebbe giusto visti i danni irreversibili e ingenti per generazioni.

Sarebbe ora che il popolo tirasse fuori gli anticorpi contro i governi che in questi anni lo hanno venduto e vilipeso. Si ricordino i renitenti alla vanga, i creduloni, i mantenuti vari, che soli credono a questi signori, che le cartelle esattoriali stanno arrivando a un popolo senza soldi, senza futuro, ma anche senza presente e senza pane, con o senza recovery che tenga; e si ricordino che gli imprenditori stanno aspettando con ansia lo sbocco dei licenziamenti per mettere sulla strada un sacco di gente che non serve per mancanza di impegno o che non serve più grazie alle dissennate politiche del governo.
Nessuna colpa alle imprese che annaspano, i disoccupati creduloni o ignoranti leggano e imparino sulla loro pelle della fantastica globalizzazione progressista, del progetto immigrazione e del dumping cinese e delle svendite umane, di capitali, di cervelli, di monumenti, di futuro anche educativo perpetrate in questi anni dallo staterello italiano retto da servi di mercanti.