Chi paga? Il lìder minimo, per tenere a bada i reduci dagli arresti domiciliari, le vittime dei decreti demenziali, i renitenti alla vanga, ha deciso di lanciarsi in una nuova lunga lista di promesse.
Meno tasse per tutti, un taglio dell’Iva, investimenti per l’alta velocità ferroviaria in ogni paesino del Sud (il Nord non gli piace proprio), Italia digitalizzata, economia verde.
Appunto, chi paga per il suo libro dei sogni? I soldi che, forse, l’Europa concederà andranno restituiti, e non soltanto la quota di prestiti. Anche quelli a fondo perduto saranno ricavati dai soldi che ogni Stato versa all’Unione. E l’Italia, contributore netto, verserà di più.
Dunque questa montagna di denaro andrà trovata. Anche perché i contributi a pioggia concessi ai renitenti alla vanga non rilanciano l’economia. E nel clima di attuale incertezza non sarà certo il taglio di qualche punto percentuale dell’Iva a far ripartire i consumi di chi non lavora, non ha prospettive e viene continuamente terrorizzato dai messaggi dei virologi a gettone.
In compenso la platea di chi potrà usufruire dei vantaggi per la ristrutturazione edilizia pare ridursi sempre più, i bonus per i monopattini non si sa quando diverranno realtà, gli incentivi per la rottamazione delle auto restano un miraggio e, nell’attesa, il mercato crolla. Il turismo annaspa tra i furbetti che alzano i prezzi ed i pescecani che sono pronti a divorare gli hotel in difficoltà.
Ma adesso il lìder minimo incontrerà le opposizioni e questa tempesta di cervelli partorirà le idee vincenti. Meno tasse per tutti, digitalizzazione, alta velocità, aiuti ai renitenti alla vanga.. Paiono proprio le stesse proposte del lìder minimo. E la domanda resta sempre la stessa: chi paga?