Dunque… Vado al mercato il Venerdì Santo. Le ultime spese per il pranzo pasquale. E per Pasquetta. Una Pasquetta tutta domestica, tra quattro mura… Anche se ci sarà il Sole. Cosa rara, perché, spesso, piove. E rovina la giornata ad appassionati di picnic e grigliate. E invece, pare che sarà il secondo anno con un lunedì assolato. Quasi estivo. Roba da andare in spiaggia. Ostia, Fregene, Sabaudia… E il secondo anno chiusi. Per molti di che mangiarsi le mani…
A me non importa molto. Mai amato i picnic, le insalate di pollo con contorno di formiche, la birra calda, i sassi che ti trafiggono le terga attraverso il plaid, la sabbia dentro la lasagna…. Sempre preferito mangiare a casa. Però, per mia decisione. Non perché mi viene imposto da un’assurda tirannide, gestita da dementi e incompetenti….

Comunque, vado al mercato vicino a casa. Mi è sempre piaciuto fare la spesa nei mercatini. Mi piace aggirarmi tra i banchi, guardare la merce esposta senza cellophane, scambiare due battute con i commercianti, che ormai ti conoscono. E che ancora ti fanno assaggiare una scaglia di un nuovo formaggio, una fettina di questo salame speciale “me l’hanno portato proprio oggi, dotto’, na squisitezza, mejo del büro, se scioglie in bocca…”.
Insomma una dimensione umana che non trovi negli algidi supermercati. Per tacere del delivery, strumento e paradigma dell’odierna solitudine…
Però anche qui le cose sono, inevitabilmente, diverse. Mascherine, guanti, nastri neri e gialli al suolo per segnare le distanze dai banconi… E soprattutto è cambiata la conversazione…
“Dicono che sia bono. Mejo de gli altri… Una signora di mezza età, con il carrello della spesa al seguito…
” Dicono, speramo bene… perché quello me tocca… ” questa è la Norcina. Sta affettando il prosciutto. Sospira…
” Certo, io avrei preferito prima… Il Pfizzer o come se chiama… Ma quello, se sa, è solo pe’ i raccomandati….”
“Che ce vuoi fa’… Semo in Italia. Comunque er Johnson e Johnson ha da esse bono. Ditta seria. Mi fija usa lo shampoo per er pupo… Na meravija. Non brucia gli occhi…”
Si accorgono di me. In attesa.
“E lei dotto’ che vaccino si fa? “
Una punta di pecorino e un pezzo di corallina. Rispondo secco. Mi guardano strano…

Mi allontano. Il mercato si sta affollando. Davanti a me due giovani. Ben piazzati, palestrati… I capelli rasati ai lati, secondo la moda coatta…
“… E nsomma, finalmente ce so riuscito. E pensavo de no, ormai… convinto che nun ce stesse…”
“Na botta di c… di niente c’hai avuto. Sai quanti de’ i amici vorrebbero esse al tuo posto? Te è andata di lusso…”
“Sì… Oddio averce zio farmacista m’ha aiutato… Così ho saltato la lista. E per di più me so fatto il Pziffer, mica quella porcata deljj’Astracoso, che è pe Ii poveracci..”
“Già, e per di più lo fanno quelli der Viagra… Chissà mai…” ridono…
Taglio corto… Ultima fermata al banco del pesce. Masir, il pesciaiolo marocchino, mi riconosce. Si abbassa la mascherina e sorride allegro.
“Come va Masir?” Gli chiedo porgendogli la mano.
Me la stringe con forza.
“Come vuole Dio, amico mio. Sempre come vuole Dio”.
Lascio il mercato con un briciolo di allegria.