Presso il Collegio San Giuseppe di Torino, Via San Francesco da Paola 23, è in corso la mostra antologica di Gianni Chiostri, disegnatore-umorista torinese di cui sono esposti i disegni originali delle vignette. Sino al 9 ottobre con orario Lu-Ve 10.30-12.30 e 16.00 -18.00; sabato 10-12. Per l’ingresso obbligatori il Green Pass e mascherina, come misure anticovid.
Classe 1947, umorista della matita e non solo, Gianni Chiostri è un illustratore che collabora con quotidiani nazionali come “Avvenire”, “La stampa”, “Il giornale”, “Il sole 24 ore”, oltre che con periodici e case editrici e con la RAI. Ha pubblicato libri fra cui Ingannare il tempo, Scherzi d’amore, Perbacco!, L’altra metà del sorriso, Alla scoperta degli anni santi (per il Giubileo del 2000), Tra i ghiacci con l’Esperance (di Turolla/Lepsky).
Il suo umorismo è mosso essenzialmente da un concetto alto dell’esistenza, che certe situazioni fanno scadere in atteggiamenti goffi e risibili. Ricorre a varie tecniche: matita, cartoncino in cui ritaglia sagome, fili metallici: l’individuo è così appiattito, svuotato, ridotto a sagoma da una cultura che tende all’omogeneizzazione e alla spersonalizzazione. Sta alla satira smascherare gli inganni: e le penne e le matite del disegnatore umoristico diventano frecce.
“Il bersaglio della satira di Gianni Chiostri non è l’individuo, per il quale prova la compassione che si deve ad una vittima inconsapevole”, scrive Francesco De Caria, ma una cultura che ha distratto l’uomo dal suo ambiente naturale e ha sostituito, ad esempio, il tapis roulant della palestra alla corsa campestre, ha ridotto il cervello a una camera oscura che registra semplicemente quanto l’occhio vede, l’ha fatto nemico di se stesso, talché egli giunge a duellare con la propria immagine allo specchio.
Anche i problemi della sperequazione fra primo e terzo e quarto mondo diventano oggetto della meditazione in forma di vignetta, i mercati finanziari col loro andamento imprevedibile di una roulette, le “fissazioni” che inducono ad atteggiamenti esagerati, il supervegano trasformato in una zolla d’erba. Ma c’è anche l’amore, “la capacità e la forza di creare luce e calore anche sotto una pioggia battente; chi non si lascia abbattere dal pessimismo saprà sempre volar alto e confezionarsi, col filo del proprio ottimismo, una calda maglia contro il freddo di certi momenti dell’esistenza”.