Un tempo, non troppo lontano, sarebbe stato normale trovare a Torino un locale con atmosfera francese, meglio ancora se parigina. Ora, in epoca di deriva anglosassone, anche la petite ville lumière ha perso il fascino d’antan e pure le luci, per correre dietro a un risparmio che assomiglia alla taccagneria mentre si sprecano risorse per sciocchezze politicamente corrette
Eppure, nonostante tutto, l’atmosfera parigina si può ancora trovare in un piccolo locale del centro storico, il Bistrot Chloé di via Barbaroux 12.
Dove gustare una merenda dolce, non la classica merenda sinoira piemontese, un aperitivo francese o dove fermarsi per un pranzo in totale tranquillità e serenità.
Menu ridotto, ma chi l’ha detto che un bistrot debba avere una lunghissima lista di piatti? E i piatti transalpini sono pochi, buoni ma pochi. Così come sono più che soddisfacenti le altre proposte nella lista.
Per chi ama la cucina “normale” e pure per i vegani.
Dai ravioli di sairass agli agnolotti gobbi fatti a mano, dalla vellutata alla salsiccia con purè fatto in casa, al pancakes. Il tutto accompagnato da vini di alto livello e con un corretto rapporto tra qualità e prezzo.
Ma forse l’elemento che fa la differenza è il clima rilassato che consente di apprezzare nel migliore dei modi le innovazioni dello chef o i più tradizionali croque monsieur e croque madame, insieme a dolci di origine transalpina.
Un ambiente che favorisce gli incontri, che aiuta la conversazione. Per questo è possibile incontrare operatori culturali. Non quelli del sistema di potere ufficiale, ma quelli che a tavola possono davvero discettare di opere d’arte, di musica, di letteratura.
Sempre accompagnati da un sottofondo musicale che non infastidisce e che, al contrario, contribuisce alla serenità del clima in sala.
Unica pecca, la scarsa presenza di musiche e canzoni francesi a fronte di una predominanza di brani della vecchia America. Giusto una stranezza, per nulla fastidiosa, per un bistrot di stile parigino.
Gentile e attento il personale, prezzi medi.
Sicuramente un locale da frequentare con parsimonia, ma solo per non infastidire chi lo frequenta abitualmente e non gradirebbe invasioni di folle rumorose. Perfetto, invece, per chi vuole desinare senza essere disturbato da avventori chiassosi. Ma anche per giovani studenti che trascorrono il pomeriggio sui libri sorseggiando un the accompagnato da una torta.
Photo credits by Maria Infantino