E così il povero Gallera ha terminato la sua avventura nella giunta regionale lombarda. Un’avventura sfortunata, la sua. Con il drammatico problema del Covid quando lui, da buon forzitaliota, avrebbe al massimo potuto risolvere il problema del menu dell’apericena. Così è diventato il bersaglio perfetto della satira faziosa di Crozza e degli altri comici a senso unico.

Difficile difenderlo, anche per chi lo aveva collocato su una poltrona non adatta alle sue capacità. Ma, paradossalmente, si è deciso di defenestrarlo per aver sostenuto – per una volta – una tesi sacrosanta: anche il personale sanitario ha il diritto al riposo ed alle ferie.
Contro di lui i media di regime si sono scatenati, non contro il ministro De Micheli che non ha fatto nulla per migliorare il trasporto pubblico ma che ha trovato il tempo per occuparsi degli esami di italiano di un calciatore. Non contro chi ha sprecato risorse colossali per acquistare inutili banchi a rotelle.
Tutti contro Gallera, per far contenti i delatori da balcone che, non avendo nulla da fare, non accettano l’idea che chi lavora possa andare in vacanza: “State a casa e uscite solo per andare a lavorare per i nostri comodi”. Ma il centrodestra che governa in Lombardia non è in grado di difendere le persone che ha scelto. E non solo in Lombardia. Sbaglia le nomine e poi attende che gli avversari determinino la sopravvivenza politica o meno degli assessori, dei dirigenti, di chiunque venga nominato dal centrodestra.

Ora arriverà Moratti, che di certo non ha entusiasmato come ministro dell’Istruzione in stile berlusconiano. Sperando che come assessore non segua il rito formigoniano.