La Cina non è più vicina. E la Russia si è allontanata. Gli ordini di Washington hanno spostato l’asse geopolitico italiano. Salvini è pronto a far la guerra contro l’Iran, Meloni ha comprato i fazzoletti per le lacrime in caso di sconfitta di Trump, Giggino è contento perché gli ordini degli Usa gli evitano di studiare per capire dove siano Russia e Cina, Fiano non si preoccupa perché gli ordini li prende da Israele.
La politica estera italiana è tutta qui. Perché non si può scendere ai livelli del sottosegretario agli Esteri che confonde la Libia con il Libano o il numero dei partecipanti all’Asean con il numero della riunione (la prossima volta con il numero civico della sede del convegno). È vero, è un disastro. Ed i costi li pagano anche le aziende italiane che si ritrovano penalizzate sui mercati stranieri che non piacciono a Trump.
Però esistono anche gravi responsabilità da parte di Paesi come Russia e Cina, per non parlare dell’Iran. E pure dell’India. Perché è vero che un ministero degli Esteri che non conosce la geografia – e che non ha capito cosa sia la geopolitica – rappresentata un grave problema per l’Italia. A maggior ragione se i finanziamenti vengono distribuiti ai centri studi degli amici per iniziative del tutto inutili. Ma se Mosca e Pechino avevano interessi sulla Penisola, avrebbero dovuto muoversi in modo molto diverso.
La Russia non crede nel soft power e, di conseguenza, non fa nulla per farsi conoscere ed apprezzare in Italia. Non basta spedire in vacanza in Italia qualche oligarca perennemente ubriaco e circondato da escort. È vero che i ristoranti adorano i russi che spendono montagne di denaro, ma l’immagine della Russia non migliora per questo.
La Cina, al contrario, sta investendo molto sul cinema proprio per veicolare nel mondo un’immagine differente di sé. Però non investe sui canali di informazione italiani e si incaponisce a difendere i cinesi in Italia anche quando non rispettano leggi e regole. In questo modo l’idea di Cina che si diffonde è quella di una feroce dittatura che impone all’Italia di chiudere due occhi di fronte a ristoranti lerci, allo sfruttamento della manodopera, alla vendita di prodotti illegali.
L’Iran non è neppure pervenuto nella comunicazione e nel tentativo di farsi conoscere. Qualcosa di più ha fatto il Qatar con l’operazione Porta Nuova a Milano. Quanto all’India, paga la pessima gestione della vicenda dei marò, ma anche la confusione per quella dell’ex Ilva.
Tutti questi Paesi sono convinti che basti acquistare un grattacielo, un mega yacht, un’industria, o che bastino delle commesse per conquistare l’Italia. Ignorando la sudditanza nei confronti degli Usa e la disinformazione in atto nella Penisola. Una speculazione immobiliare inglese o americana è un investimento, la stessa operazione realizzata dai cinesi è una speculazione che distrugge l’ambiente.