“Spero che chi inaugurerà queste opere si ricordi di chi le ha avviate”. Una frase di circostanza, quella di Alberto Cirio, presidente della regione Piemonte. O forse no. Pronunciata mentre annunciava il via, a novembre, dei lavori per la realizzazione della Città dell’Aerospazio di Torino.
Certo, Cirio conosce perfettamente i tempi assurdi richiesti per ogni costruzione in questi ultimi anni. Per realizzare i 52 metri ed i 17 piani della Torre Balilla (poi Fiat) a Marina di Massa furono sufficienti 3 mesi e, a 90 anni di distanza, è assolutamente perfetta. Ma ora servono anni per costruire un km di autostrada..
Però tra le opere annunciate dal presidente del Piemonte, alcune saranno ultimate nell’arco di pochi anni. Dunque nel periodo in cui Cirio sarebbe ancora in carica se si ricandidasse il prossimo anno e venisse rieletto. Ovviamente la frase relativa al successore potrebbe essere solo scaramantica. Meglio non sfidare la benevolenza degli Dei. E l’hybris non fa parte del bagaglio culturale lunghetto.
Qualcuno, tuttavia, ha pensato che non fosse scaramanzia bensì un segnale lanciato a lady Garbatella. Cirio, in tal caso, non avrebbe voglia di restare a Torino ma ambirebbe ad un ruolo di prestigio in Europa. Con un effetto domino che non dovrebbe dispiacere a Meloni. Perché un eventuale passo indietro del forzista Cirio aprirebbe le porte ad una candidatura di un esponente di Fratelli d’Italia. E rassicurerebbe la Lega che, a quel punto, potrebbe conservare il Veneto per il dopo Zaia arrivato a fine corsa.
Non mancherebbero i problemi, però. Perché un conto è Zaia e tutt’altra cosa è la candidatura di un personaggio di secondo piano. Idem in Piemonte dove i meloniani/crosettiani non hanno candidature particolarmente forti. Con il rischio, per il destracentro, di ripetere il pessimo risultato di Udine. Che lady Garbatella non ha proprio digerito.
Sul banco delle trattative, però, ci sono ora altre due questioni: le elezioni in Trentino ed a Massa. Nella provincia autonoma le polemiche sugli orsi hanno paradossalmente rafforzato la posizione di Fugatti ed ora il circolo della Garbatella dovrà decidere se insistere su una corsa autonoma di Fdi, con una candidata modesta, o se convergere sulla coalizione di tipo nazionale accettando la presidenza di Fugatti. Sembra svanire la possibilità di sostenere un altro candidato leghista gradito a Fdi.
Quanto a Massa, è l’ennesima conferma dell’incapacità della coalizione di governo di muoversi sui territori in maniera diversa da quella di un elefante in cristalleria. Ci si ostina a sbagliare i candidati e poi ci si sorprende dei problemi che sorgono.