Classificare le cose. Incasellare, ordinare tutto in dei precisi schemi. Cercare di dare un ordine a tutto quello che ci circonda. Di mettere ordine a ciò che, altrimenti, sarebbe solo caos indistinto. È un’esigenza primaria, direi vitale della nostra mente. Perché nelle cose della vita, siamo noi che poniamo un ordine. Classificandole. Anche se, poi, resta pur sempre irrisolto l’enigma che tormentava i dottori della Scolastica medievale. I nomi che diamo alle cose, l’ordine che costruiamo intorno a noi, è solo nella nostra mente? Solo flatus vocis, come diceva Roscellino? O preesiste in Mente Dei, come sosteneva Tommaso?
Ma questa è metafisica. Quello che conta è che classificare le cose, la Natura, significa, in certo qual modo, dominarla. E non a caso, nella Genesi, Dio conferisce ad Adamo il potere su tutti gli esseri animati e inanimati. E gli dice di dare loro nome.
Ad Adamo….ma, per evitare l’insorgere delle vestali della parità di genere, preciso che, secondo i commenti rabbinici, Adamo non era, in quel momento “maschio”. Perché l’Adamo Kadmòn era androgine. Come gli angeli. Solo poi c’è stata la storia della costola …
Aristotele è il Maestro di color che sanno, come dice Dante vedendolo nel Castello del Limbo. Ed Aristotele è colui che, per primo, procede ad una classificazione sistematica di tutto ciò che è reale. Quando Hegel, molti secoli dopo, affermerà che “tutto ciò che è reale, è razionale”, probabilmente pensava all’Organon e alle Categorie aristoteliche.
Proviamo ad immaginare di muoverci nel mondo senza avere delle… categorie. Una strada ci apparirebbe come diversa dalle altre. Come in effetti è. E senza avere nella nostra mente la categoria “strada”, collegata alla sua funzione, non sapremmo come servircene, faremmo una fatica improba a spostarci. A recarci in qualsiasi luogo.
Tutta la nostra vita quotidiana si fonda su categorie. Che utilizziamo senza più rendercene conto.
Io ho tre gatti. Birbo, un grosso soriano tigrato. Kira, una persiana nera. E Simba, un mezzo abissino dal pelo maculato rosso. Sono molto diversi fra loro. In quasi tutto. Ma sono gatti. E io lo so perché nella mia ragione esiste la categoria “gatto”. Altrimenti sarebbero solo tre strani cosi, che mangiano e dormono sul divano. Senza alcuna connessione fra loro. O, per lo meno, così mi apparirebbero.
Ernst Jünger ha dedicato uno dei suoi libri (per me) più suggestivi, alla sua passione per l’entomologia. Per i coleotteri. Un libro che è un continuo richiamo a Linneo. Il grande classificatore. Colui che ha cercato di porre in un ordine preciso tutti gli esseri e tutte le cose del mondo. Un’opera titanica. Che evoca le Metamorfosi di Ovidio. La descrizione, iniziale, del Caos. Ove era già presente tutto. Ma in modo indifferenziato. Indistinto. Poi, un Dio o una Forza pose Ordine. Esiodo dice che quel Dio era Eros.
Dunque, quando noi uomini applichiamo categorie, classifichiamo, operiamo come dei demiurghi. Collaboriamo a mantenere Reale la… realtà.
Ed è opera importante. Fondamentale. Potremmo dire il punto di massimo sviluppo della attività razionale. Il suo apice.
Ma oggi proprio questo viene, sempre più, messo in discussione. In nome di una “libertà” concepita come esclusivo appagamento di ogni pulsione, istinto, desiderio.
Per carità, nessun moralismo. Ma desideri, pulsioni, istinti, non sono razionali. Non ti permettono di orientarti nella realtà. Anzi, la disgregano progressivamente.
Dunque, Io mi sveglio, e sento l’irrefrenabile desiderio di essere un canguro. E comincio a comportarmi come tale…e pretendo che tutti mi considerino e trattino come un canguro. Ma…non sono un canguro. E il mio desiderio, per quanto forte, non può cambiare la cose. E, ad esempio, farmi fare balzi di parecchi metri…
Paradossi, certo. Ma non più paradossale di quella donna che pretende di avere figli senza collaborazione maschile. O di colui che sostiene che non esistono generi sessuali. O differenze di lingua, cultura, etnia…
Non è sessismo (orribile termine in voga), e neppure razzismo. Anche se molti non mi crederanno. È solo vedere, con orrore, che sta venendo progressivamente disgregata la realtà. In nome di un arbitrio che sembra essere tanto liberale e democratico, ma è soltanto agente del Caos…
I Grandi Antichi dei deliri di Lovecraft, Chtulu e gli altri, continuano a premere ai confini dei nostro Cosmo. Per riportare il regno del Caos.
Beh…ho la netta sensazione che stiamo spalancando loro le porte…