Stanchi di Instagram, Facebook, WhatsApp, Snapchat, Twitter e chi più ne ha più ne metta? Voglia di voltare pagina e ascoltare le brillanti argomentazioni di geni illuminati quali Bill Gates ed Elon Musk? In questo articolo spiegheremo cos’è e come funziona la nuova app ClubHouse, diventata subito famosa per il sistema a inviti. E gli inviti su ClubHouse sono quasi impossibili da ottenere.
Vera rivoluzione o idea semplice scaturita da grandi menti?

Cos’è ClubHouse
Clubhouse è il nuovo social della diretta vocale e sta spopolando in lungo e in largo. I fondatori sono Paul Davidson e Rohan Seth, ex studenti di Stanford. L’app è stata probabilmente pensata per ottimizzare ed evolvere il podcast e le radio. Nel maggio 2020 contava appena un migliaio di utenti mentre oggi è riuscita a raggiungere la soglia dei 2 milioni di utenti, senza nemmeno impegnarsi più di tanto.
La piattaforma segue una strategia minimalista e di esclusività che per il momento sta dando i suoi frutti. Minimal perché per iscriversi serve solamente inserire una foto, una breve biografia e il numero di telefono. Impensabile considerando i tempi che corrono. Clubhouse rimane tuttavia in fase embrionale, per accedervi infatti sarà necessario un link d’invito che si ottiene solo grazie ad utente già iscritto. Stile parolina magica. L’app è disponibile esclusivamente per l’Appstore di Apple e deve ancora essere sviluppata una versione apposita per il Playstore di Android.
Come funziona ClubHouse
Come anticipato sopra Clubhouse è in tutto e per tutto una live vocale. Solo voce. Quindi nessuna preoccupazione per i timidoni, è il social network che fa al caso vostro. Una volta entrati, e dopo aver inserito i dati richiesti, è possibile scegliere in quale stanza accedere. Le stanze di Clubhouse sono suddivise in 3 categorie: Open (aperte a tutti), Social (per conoscenza), Closed (tramite invito). Ogni utente ha la facoltà di creare una stanza ed elegire un determinato argomento. L’algoritmo di Clubhouse in seguito avrà la capacità di suggerire topic in base agli interessi mostrati.
Clubhouse ricicla da Facebook il ruolo degli amministratori e dei moderatori spacciandoli sapientemente come innovazione. Il potere del moderatore è simile a quello di un re plantageneto. Decide chi far entrare nella stanza, chi far parlare e come. L’amministratore invece è un event planner a tutti gli effetti ed è colui che crea la stanza. L’utente è libero di decidere se agire come semplice ascoltatore oppure attivare il pulsante alzata di mano e iniziare a parlare.
La privacy sembra essere un altro punto cruciale per Clubhouse, infatti quando una stanza viene chiusa o viene abbandonata da un utente volontariamente i file audio vengono eliminati e diventano irrecuperabili.
Anche il fenomeno del trolling non è tollerato e ai trasgressori viene eliminato l’account in modo permanente.

la strategia di ClubHouse: gli inviti
La strategia di Clubhouse ha l’obiettivo di creare esclusività. Il mondo è in costante evoluzione e social e influencer hanno inevitabilmente trasformato la mente delle persone. Oggi si fa la guerra per qualche like, il virus dell’apparire e del cercare di raggiungere fama e denaro è più contagioso del covid. I fondatori di Clubhouse hanno impostato la loro campagna pubblicitaria seguendo questi dettami.
Riflettiamoci su. L’app è disponibile solo per utenti apple, ritenuta da sempre brand d’élite. Alla piattaforma si può accedere solo tramite invito neanche fosse una riunione nella tavola rotonda di Artù. Non per ultimo, la campagna pubblicitaria è sostenuta da personaggi pubblici del calibro di Elon Musk, Drake e Jared Leto.

Inutile dire come sia tutto un sistema per accaparrarsi più utenza possibile e ottenere un boost senza precedenti all’effettivo lancio mondiale.