Lo youtuber Ruhi Çenet ha realizzato un emblematico video sulla vita in Burundi, lo Stato più povero al mondo, utile a far riflettere su quanto siamo fortunati in confronto. Vi siete mai chiesti come si vive nello Stato più povero al mondo? Ecco a voi il Burundi.
Cenni generali sul Burundi, lo Stato più povero in assoluto
Si trova nella regione dei Grandi Laghi nell’Africa centro-orientale. Confina a nord con la Ruanda, a ovest con la Repubblica Democratica del Congo e a sud-est con la Tanzania. Gitega dal 2018 è la capitale, precedentemente era Bujumbura. Il clima è tropicale, ci sono due stagioni delle piogge e non ha uno sbocco sul mare. L’intero territorio è un altopiano.

La bandiera burundese ha gli stessi colori di quella italiana. Il verde simboleggia la speranza, il bianco la purezza e il rosso la lotta per l’indipendenza. Vi è una croce di Sant’Andrea bianca e nel mezzo un cerchio bianco con al suo interno tre stelle che rappresentano le tre etnie del Paese: Hutu, Tutsi e Twa.

La storia del Burundi e i motivi per cui è lo Stato più povero al mondo
Storicamente, sono stati dominati prima dalla Germania poi dal Belgio. Questi ultimi hanno classificato le etnie presenti nel Paese, generando razzismo e fomentando volontariamente l’odio razziale. I privilegiati erano i Tutsi, impropriamente noti come i “Watussi” della celebre canzone di Edoardo Vianello, perché erano più alti e avevano un colore della pelle più pallido. DI conseguenze, le etnie degli Hutu e dei Twa si ribellarono e i problemi non si sono ancora del tutto risolti.
Il terribile genocidio del Ruanda ha ulteriormente impoverito la Nazione, anche perché le etnie coinvolte sono le stesse e l’attentato che ha dato inizio alla guerra ha provocato la morte anche del capo di stato burundese, Ntaryamira.
Dal 1993 al 2005 vi è stata una guerra civile molto dolorosa. Infine, l’ex leader Hutu Pierre Nkurunziza, di professione docente, pastore evangelico e attaccante dell’Haleluya FC (con tutti i problemi che ha avuto il Paese, ha mandato in prigione gli avversari fallosi), ha continuato inesorabilmente la sua implicita dittatura, fino alla morte. Ciò gli ha permesso di esercitare il suo potere per più di due mandati, con conseguenti frequenti colpi di Stato non andati a buon fine. Le elezioni avvenivano tramite violazioni dei diritti umani verso i Tutsi. Probabilmente è morto per complicazioni naturali iniziate in un campo da calcio. Karma.
Per tutti questi motivi, il Burundi è lo stato più povero al mondo. Tuttavia, non hanno risentimenti verso il Belgio: sono grati a loro per averli istruiti e per aver portato la loro cultura, da come si evince dalla religione cristiana o dalla struttura politica. Chapeau.
I Dati DEL Burundi, lo STATO PIù POVERO in circolazione
Si evince, dal sito truenumbers, che il Burundi è lo stato con il Prodotto Interno Lordo per abitante meno ambizioso del mondo con soli 771,2 dollari, seguito a ruota dalla Somalia, altro Stato con parecchi problemi interni. Il Lussemburgo, lo stato primo nella speciale graduatoria, ha un PIL per abitante centocinquantatré volte superiore rispetto alla Nazione in questione. Numeri disarmanti, spaventosi.
Il video documentario di Ruhi Çenet è diventato quasi immediatamente virale, portando alla ribalta la triste vita che si vive in Burundi. Ecco le statistiche e i fatti più eloquenti del video dello youtuber di origine turca sul Burundi, lo stato più povero tra tutti:
- Per via della povertà, è ritenuto il Paese con più infelici in assoluto.
- Più del 70% vive sotto la soglia di povertà.
- Una persona su tre è disoccupata.
- I pochi “fortunati” che lavorano giorno e notte guadagnano in media 15 dollari al mese.
- La banconota più onerosa del Paese vale 3.3 dollari.
- Più padri abbandonano la famiglia e più bimbi muoiono di fame.
- Pensano che i bimbi siano una benedizione, le donne hanno una media di quasi sei figli ciascuna, mentre alcuni uomini hanno anche fino a trenta figli con donne diverse.
- Parecchi bimbi si lavano solo quando piove.
- Seconda Nazione più densamente popolata dell’Africa.
- L’aspettativa di vita è di quarantanove anni.
- Solitamente bastano meno di due dollari per corrompere la polizia, d’altronde anche loro guadagnano poco o niente, quindi sono impossibilitati a rifiutare tangenti.
- Un burundese medio deve lavorare duecentotrenta anni senza spendere soldi per guadagnare come un cittadino statunitense in un anno.
- Spesso non sanno neanche in che anno vivono o quanti anni hanno.
- Vi è un medico ogni trentacinque milioni di persone.
- 5% della popolazione è costituito da persone orfane.
- Hanno poca energia elettrica.
- Quarto Stato con meno accesso ad internet al mondo.
- Non hanno smartphone e in generale la loro tecnologia è piuttosto arretrata.
- Non confezionano i prodotti perché non hanno le giuste tecnologia.
- Vi è così tanto squilibrio sociale che i cimiteri sono divisi per ricchi, classe media e poveri. Esteticamente si nota la differenza, spesso i benestanti comprano un terreno grosso per non avere nessuna tomba vicino.
- Solo il 14% delle strade è asfaltata.
RIFLESSIONI al riguardo
La visione del filmato è sconvolgente. Anche per lo stile del video di Çenet, che senza fronzoli va dritto al dunque, accompagnando alle sue parole forti immagini visive. Appare difficoltoso non commuoversi. Spesso, lo youtuber turco realizza video molto interessanti e particolari, andando ad interessarsi di luoghi o situazioni fuori dall’ordinario, per usare un eufemismo.
Spesso e volentieri, ci lamentiamo della nostra vita, anche per sottigliezze. Ma la vita in Burundi ci fa capire quanto siamo fortunati e ben abituati, visto che diamo per scontato qualcosa che in alcune zone dell’Africa non lo è. Nonostante questo, loro non seguono il Sehnsucht, vocabolo tedesco che equivale alla ricerca costante quanto delusa, provocata da una soddisfazione che non arriverà mai. Probabilmente, non riescono neanche a immaginare quanto sia meno difficile la nostra vita. Infatti, il loro tasso di migrazione è piuttosto basso se confrontato con la loro povertà. Insomma, non rischiano di cambiare Stato, ma quotidianamente la loro vita è appesa a un filo, pescano in mezzo ai coccodrilli. Anche i bambini “accettano” e sono consapevoli del rischio.
La situazione politica, economica e sociale di ogni Paese è derivata dal proprio passato. Per colpa dei colonizzatori, sono state seminate spine e di conseguenza non crescono fiori. Il problema principale è che pare un’utopia pensare che possa cambiare qualcosa in un futuro prossimo. Ma neanche in un futuro più lontano. Però, come si dice nel proverbio burundese “Là dove ci si ama non scende mai la sera”, forse è questo l’essenziale nella vita, il resto è solo un contorno, che ci distrae dai veri valori dell’esistenza.
Se la sfera africana vi incuriosisce, non perdetevi questo articolo sull’evoluzione partendo dalla Rift Valley!
1 commento
ho visto il filmato ,al di la della realtà che certamente non è delle migliori, l’autore da una visione parziale del paese. Poco professionale, molto scorretta . Serve solo a colpire il pubblico.
Esiste anche un’altra realtà ,non raccontata.
Contesto questa visione, non serve a nulla se non all’opposizione del governo.
Ci sono i problemi ,come quelli di tutta l’Africa, ma così non li aiutiamo.
I problemi dell’Africa, dei singoli stati sono molto complessi .