Le scissioni, in Italia, non hanno mai portato molta fortuna ai nuovi partiti e movimenti che sono nati in seguito all’abbandono dei vecchi contenitori politici. Difficile che Comitato Nord, il nuovo raggruppamento creato da Umberto Bossi, possa invertire la tendenza. Però il segnale a Salvini ed alla sua Lega è piuttosto chiaro. Come è evidente il malessere che sta dilagando dopo il disastroso andamento delle ultime elezioni politiche e, in precedenza, delle elezioni amministrative.
In via Bellerio, però, preferiscono far finta di niente. Come se tutto andasse bene. D’altronde le poltrone a disposizione sono sempre meno e molti nomi, anche di spicco, sono destinati a restare senza una collocazione. Dunque tutti cercano di ingraziarsi il capo, nella speranza di poter essere riconfermati. E le espulsioni degli ultimi tempi permettono di assottigliare le fila dei pretendenti.
Peccato che i cortigiani siano troppo impegnati a sgomitare ed a leccare per trovare il tempo di dedicarsi al rilancio di un partito in profonda crisi. Non un’idea, non un progetto, non una iniziativa. E, soprattutto, non un personaggio emergente per qualità e competenze. Inevitabile. I cortigiani non si trasformano in condottieri.
Ed allora ciascun leaderino locale si crea il proprio circoletto magico, che di magico non ha proprio nulla poiché l’unica magia che riesce a realizzare è la scomparsa dei consensi. Ma il capetto sceglie i propri fedelissimi e li premia. E pazienza se affida assessorati di rilievo a chi non capisce assolutamente nulla di ciò di cui dovrebbe occuparsi; pazienza se candida un assessore come capolista nella propria città e l’assessore viene bocciato dai propri elettori che lo fanno precipitare nelle posizioni di coda; pazienza se queste scelte scriteriate portano alla sconfitta. Non si dimette il capetto, non si dimette l’assessore.
Cambi regione e non cambiano i criteri. Sino ad arrivare ai vertici della giunta regionale. Creando tensioni con gli alleati, non creando una classe dirigente adeguata. Ed allora diventa inevitabile che nascano, all’interno, delle correnti che tendono a trasformarsi in nuovi movimenti che non diventeranno più forti del partito originario, ma che dreneranno ulteriormente i consensi.