È andata. Ho finito di correggere quelli che, con ogni probabilità, sono gli ultimi compiti di maturità della mia vita.
Quarant’anni di insegnamento. E quasi ogni anno Commissario d’esame. Interno, esterno, a volte Presidente.
E ogni anno, comunque, un mucchio di compiti. Da leggere, correggere, valutare..
Ricordo come fosse ieri la prima volta. Un grande liceo scientifico di Treviso. Un caldo infernale. Un Presidente, siciliano, perennemente in giacca e cravatta. Inappuntabile, Un commissario di matematica, siciliano anche lui. Si chiamava Mimmo. Un siciliano grasso e scuro di carnagione, tanto l’altro era minuto e pallido. Mimmo correggeva a torso nudo. Sudando copiosamente.
“Ma professore, le pare decoroso?” il presidente.
“Caldo ho…” la risposta.
87 compiti da correggere. Allora una Commissione esaminava tre classi. Più i privatisti. Ricordo ancora la traccia di letteratura italiana. Il teatro di Manzoni. Roba da specialisti. E ben pochi osarono.
I più si buttarono sul commento ad una frase di Norberto Bobbio. Che, più o meno, diceva che la cultura è importante per la vita. Il gran banale. Poi Bobbio stesso asserì che, così estrapolata dal contesto, aveva ben poco senso. Sempre ammesso che anche il contesto un senso, comunque, lo avesse.
Fu il trionfo dell’ovvio. Delle tautologie. Ricordo ancora come un incubo le decine e decine di compiti che iniziavano tutti così: ha ragione Norberto Bobbio, dice bene Norberto Bobbio, come acutamente osserva Norberto Bobbio…
Alla fine provavo un forte senso di nausea.
Solo uno, un tipo strambo, mi sorprese e diede respiro. Iniziava: Secondo me Bobbio dice una enorme fesseria. Perché uno più è ignorante, più vive felice e contento…
Gli diedi il massimo del punteggio.
Altri tempi. Lontani. Oggi le tracce d’esame sono bellissime. Come ha dichiarato il nostro ministro Bianchi. Vediamo un po’.
Analisi di una poesia di Pascoli. Il telegrafo. Poco o punto nota. E devo ammettere che qui gli esperti ministeriali si sono davvero impegnati. Perché trovare qualcosa di brutto nella sterminata produzione lirica del Poeta di San Mauro è davvero quasi impossibile. Quasi…ma loro ci sono riusciti.
Analisi di un brano della Nedda di Verga. Niente da dire su questo.
Poi però la traccia di storia. Un brano di Liliana Segre su quanto abbia sofferta da bambina venendo esclusa da scuola in seguito alle leggi razziali. Una novità…un invito alle usuali esercitazioni retoriche su un tema visto e rivisto. All’esercizio del banale. Mi sarebbe piaciuto trovare qualcuno cui venisse in mente un vago raffronto con quanto avvenuto di recente. Insegnanti sospesi, studenti esclusi, famiglie messe sul lastrico…perché rifiutavano di adeguarsi. Di subire un sopruso sul proprio corpo. Mi sarebbe piaciuto…ma così non è stato. D’altro canto non mi sembra che neppure la sen. Segre abbia mai notato questa analogia. Anzi…
E poi il Premio Nobel Parisi sulla tutela dell’ambiente e sulle energie rinnovabili. E il rapporto con il web e gli strumenti informatici… E….
Decisamente compiti meravigliosi. Tracce originali e bellissime. Mi veniva da pensare: arridateme Bobbio!
Fortuna che dovrebbe essere l’ultima volta…