L’ottimo Osvaldo Castagneri ha recentemente sottolineato su Electomag il cambiamento in corso nelle forme organizzative della politica. E ha citato l’intervento di Carlin Petrini a proposito di nuove aggregazioni a partire dal basso
Il creatore di Slow Food fa riferimento a comunità legate da aspetti ambientali, ma è evidente che le ragioni alla base della nascita di una comunità possano essere le più disparate.
Carlin è un personaggio che ha fiuto, sa annusare l’aria che sta cambiando
E lo fa molto meglio della classe politica che, d’altronde, deve difendere l’esistente per tutelare la propria sopravvivenza.
La società, però, è diventata liquida ed i partiti politici storici sono il massimo della solidità intesa come pesantezza ed immobilismo
Solidi ma non solidali, incapaci di comprendere i cambiamenti e terrorizzati di fronte ad ogni movimento che possa destabilizzarli.
Nuove aggregazioni, nuove forme comunitarie possono spiazzare la vecchia politica fallimentare
Abbiamo ospitato su Electomag le iniziative di comunità montane alpine ed appenniniche che respingono l’invadenza dell’Uncem e che tentano di riappropriarsi del proprio destino. Tutto in modo fluido, liquido, cercando nuovi accordi, stabilendo nuovi percorsi comuni. Per arrivare, magari, a trattare con i partiti tradizionali. Ma da posizioni di forza e non più con il cappello in mano.
Una sfida che può diventare estremamente interessante poiché la comunità può trasformarsi in un centro di aggregazione di intelligenze, di competenze.
Dove si riconosca il merito e non il servilismo
Servono anche molti meno soldi rispetto alle burocratiche strutture dei partiti. Anzi, possono persino diventare occasioni di lavoro e di guadagno proprio perché, essendo liquide, possono occuparsi di mille attività oltre all’analisi politica, seppur indispensabile. Le comunità possono aggregare filiere produttive – dal pastore al casaro, sino a chi si occupa della distribuzione dei formaggi – possono mettere insieme appassionati di cinema o letteratura.
Diventano raggruppamenti di portatori di interessi con cui la politica, l’amministrazione pubblica e le associazioni di categoria devono fare i conti. Raggruppamenti di professionisti vessati dal Fisco, di artigiani penalizzati da demenziali politiche commerciali, di disoccupati con idee ma senza capitali, di piccole imprese alla ricerca di sbocchi su mercati lontani.
La comunità come alternativa alla debolezza individuale ed alla farraginosità delle associazioni ufficiali di categoria
Ma anche alternative morali, umane, sociali. Non la freddezza dei funzionari nei mega uffici, ma rapporti personali su cui fondare ogni progetto.
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complimenti , condivido tutto