Tornano i vecchietti del BarLume e dimostrano, ancora una volta, come la trasposizione televisiva sia molto modesta (e fondamentalmente sbagliata) rispetto ai gialli divertenti di Marco Malvaldi. Che, in “Bolle di sapone” edito come sempre da Sellerio (15 euro per 266 pagine), racconta un’indagine ai tempi del Covid e degli arresti domiciliari di massa.
Questa volta Malvaldi è un po’ troppo politicamente corretto, ma lo si perdona per quanto riesce ad essere calcisticamente scorretto. Poiché si tratta comunque di un giallo, seppur caratterizzato dalla solita capacità dell’autore di divertire i suoi lettori, si eviterà di raccontare il finale, molto a sorpresa, decisamente spiazzante. Ma per i lettori sarà già estremamente piacevole affrontare il dialetto pisano che infarcisce i dialoghi tra i vecchietti, le definizioni create dall’autore, il clima di un finto luogo di mare ricreato con grande capacità.
Un’inchiesta anomala, condotta con i collegamenti via Zoom che hanno accompagnato la detenzione forzata. Con alcuni colpi di scena prima del finale che saranno destinati a condizionare anche i prossimi romanzi di Malvaldi.
Quanto alla vera conclusione, solo i tifosi più esperti del Toro (squadra per cui tifa anche il coraggioso Malvaldi) potrebbero intuire qualcosa. Se non saranno troppo soddisfatti in precedenza per le critiche rivolte a Cairo nel corso della narrazione. Per gli altri, invece, il colpo di scena arriverà del tutto inaspettato.
E se i tifosi granata riescono ad essere soddisfatti, si può persino sperare nel miracolo che i prossimi episodi televisivi riescano a rispecchiare almeno un minimo delle atmosfere che riesce a creare Malvaldi. Perché un attore come Benvenuti sarebbe perfetto se, solo, attorno a lui si capisse come adattarsi allo spirito vero del BarLume.