La nostra meravigliosa lingua è piena di forme proverbiali, riferite al giusto castigo del troppo supponente, del castigatore degli altrui costumi preso in castagna: del rompicoglioni punito, in definitiva. Chi troppo in alto sal…Dio non paga il sabato…Perfino il Vangelo ci si mette, con quella faccenda delle travi e delle pagliuzze, che forse voialtri electomagici rammenterete.

Perché è una legge quasi immutabile e quasi sempre inevitabile quella che costringe i censori, i giudici implacati, i castigatori di costumi, a cascarci: a essere beccati a fare come e peggio dei fustigati e dei censurati. E’ quasi sempre così: i critici occhiuti, i supponenti, i palloncini gonfiati, prima o poi, incappano nella buccia di banana. O, piuttosto, nella cacca di cane sul marciapiede.
E, nei due casi, emersi all’onore delle cronache negli ultimi giorni, del giornalista Scanzi e della politica Boldrini, si direbbe che la monumentale caccona provenga dal nobile didietro di un cane di stazza inverosimile, dal campione di tutti i canidi. Scanzi ha aperto le danze, facendosi beccare, lui, implacabile fustigatore delle italiche nequizie, a comportarsi come il peggiore degli Italiani: quello che salta la fila. Poi, naturalmente, si è difeso attaccando, come è tipico di quelli così: sono gli altri che sono stupidi e non hanno capito, mentre lui si è fatto vaccinare per dare il buon esempio.
E il suo pubblico è talmente fidelizzato che, probabilmente, qualcuno se la berrà anche: io conosco gente che pensa che Cossutta sia stato un democratico, per cui tutto è possibile.

Ma la figura più platealmente catastrofica è quella della Boldrini: una che ha implacabilmente angustiato il mondo intero sui diritti delle donne, degli oppressi, degli stranieri, sentenziando senza appello circa la nostra disumanità e la nostra inciviltà, con quel nasino un po’ così, quell’espressione un po’ così. Vabbè, ognuno si fa il naso che vuole. Però, quando salta fuori che proprio lei, la paladina degli umiliati e offesi, ha una certa qual tendenza a umiliare e offendere i propri dipendenti, dalla colf moldava all’italianissima assistente, ammetterete che venga un po’ da dire: alla faccia della paladina!
E che le due figuracce rimediate dai due personaggi, dotati entrambi di una monumentale albagia che li rende carismaticamente antipatici, abbiano riempito di soddisfazione i nostri cuori. Vi invito, comunque, cari electomagici, a non perdere l’aplomb: niente insulti, niente facezie, niente battute da bar. Accogliete la notizia della duplice Caporetto mediatica con eleganza olimpica. Che sia questo il vostro schiaffone in faccia ai censori censurati, ai giudici presi con le mani nella marmellata: date loro una bella lezione di stile. Cali su di loro e sulle loro ormai improponibili intemerate uno sdegnoso e sprezzante silenzio. Anche se dentro, lo so, godete come ricci…