Gianni Alemanno e Marco Rizzo a confronto è già una notizia interessante. Però non è neppure sorprendente. Perché il convegno organizzato per oggi a Trento dal think tank internazionale Il Nodo di Gordio è incentrato sul rapporto con la Cina e la posizione dei due politici, non proprio in linea con il servilismo di governo e opposizione nei confronti di RimbanBiden, è decisamente nota. Però al loro fianco ci sarà l’ex sottosegretario Michele Geraci, che era stato tra gli autori del Memorandum di collaborazione con Pechino, e l’assessore provinciale leghista Mirko Bisesti.
Al di là della scontata posizione favorevole a rafforzare gli scambi commerciali con la Cina – l’Italia ha bisogno di aumentare l’export, visto che le demenziali politiche economiche del governo stanno stroncando i consumi interni – il convegno è interessante proprio per provare ad intuire i futuri passi di chi è al di fuori delle manovre della famiglia Meloni di governo o della banda armocromata di Elly Schlein.
Il dubbio riguarda innanzitutto i progetti di Alemanno. Avrà la voglia e la forza – anche economica – per uscire dal marais della destra fluida e costruire una propria formazione in grado di competere alle elezioni? E Rizzo riuscirà a far decollare il suo movimento, liberandolo dalle zavorre legate allo scontro sinistra/destra mentre destra e sinistra non esistono più?
Ma la presenza politicamente più intrigante è quella del leghista Bisesti. Certo, come assessore provinciale è in pratica il padrone di casa. Però aver accettato un invito a confrontarsi con gli unici rappresentanti di una politica scorretta e non allineata all’atlantismo potrebbe rappresentare un segnale non trascurabile. Proprio mentre Salvini invita a Pontida Marine Le Pen, incurante delle crisi di rabbia di Tajani, Crosetto e servitori vari.
Un segnale che, ovviamente, non garantisce un cambiamento di rotta. E che potrebbe limitarsi ad un futuro invito ad Alemanno per una candidatura alle europee. In tal caso sarebbe Rizzo ad avvantaggiarsi della crescente insoddisfazione popolare. Una insoddisfazione che, paradossalmente, cresce più in quella che era la destra. E che non sarà facile gestire da parte di dirigenti fermi, troppo spesso, a logiche trinariciute. Però Rizzo può farcela a cambiare la mentalità passatista di alcuni dei suoi.
Alemanno, invece, deve confrontarsi con il dato di realtà. Costruire da zero un movimento ha un costo rilevante. Indubbiamente può contare su ampie sacche di delusi dalle abiure di lady Garbatella, sul fastidio dilagante per le posizioni di Crosetto. Però, poi, servono investimenti per sedi, propaganda, manifestazioni. Certo, a differenza della famiglia di governo lui avrebbe almeno le idee. Che non sempre collimano con quelle della Lega.