Arrivano i sottosegretari e il governo Meloni si completa. In meglio? Probabilmente sì, perché in peggio sarebbe stato difficile. Ma qualche esempio confortante non manca, anche se accompagnato da non poche perplessità. A partire dalla Cultura. Ad affiancare Sangiuliano ci sarà Sgarbi: si accettano scommesse su quanto tempo occorrerà per arrivare al primo durissimo scontro. Vittorio è un grande ma imprevedibile ed umorale. Non proprio un carattere facile da gestire per Sangiuliano. Però finalmente la squadra ha due personaggi di qualità, affiancati dall’inutile Borgonzoni che non si capisce cosa stia a fare.
Curiosa la scelta di Isabella Rauti alla Difesa. Il candidato ideale sembrava essere Sasso Deidda, sacrificato forse per offrire un contentino alla “generazione Fronte della gioventù” ignorata abitualmente dal clan della Garbatella. Però Deidda aveva dalla sua una competenza specifica che, nelle dichiarazioni ufficiali, era un elemento fondamentale per la scelta dei personaggi che compongono la squadra di governo.
Competenza che, al contrario, caratterizza Paola Frassinetti all’Istruzione. Lei a fianco di Valditara possono rappresentare una coppia utile per un cambiamento epocale della scuola italiana. A patto che la maggioranza abbia il coraggio di procedere sulla strada di una grande riforma. Ma non è per nulla sicuro.
Quanto all’Università, non sarà facile per Montaruli affiancare Bernini che, negli anni della sua attività politica, non ha mai offerto un’immagine di grande capacità in ambito accademico e della ricerca. Gli atenei italiani hanno bisogno di un cambiamento radicale, di un rifiuto assoluto dei modelli precedenti che hanno trasformato le università in esamifici con preparazione modesta ed assolutamente insufficiente. Bernini non sembra la persona adatta alla rivoluzione. E bisognerà capire quanto spazio lascerà alla sua squadra.
Nel complesso le scelte paiono dettate soprattutto dalla gestione delle relazioni tra partiti e tra correnti, con scarsa attenzione per qualità e competenza. Con eccezioni, certo. Ma si tratta appunto di eccezioni. Mentre il difficile momento che sta per vivere l’Italia avrebbe richiesto ben altro.