Concita Borrelli, una di loro. Dopo Cruciani è lei il nuovo mito del giornalismo anti lavoratori. Interviene a Zona Bianca, su Rete 4 di Mediaset, e poiché la trasmissione condotta da Giuseppe Brindisi ha osato informare correttamente sugli stipendi reali offerti da alcuni ristoratori (3,75 euro all’ora per 6 giorni alla settimana), la giornalista assicura che determinati lavori non possono essere considerati tali, ma poco più che dei giochi.
E, dall’alto di un’esperienza che non ha ma per “sentito dire”, spiega che 6/7 euro all’ora vanno più che bene per i bagnini. Perché, ai suoi tempi, i suoi amici sostenevano che avrebbero lavorato anche per meno perché “il bagnino passa tanto tempo in acqua o a giocare sulla spiaggia”. Infatti tutti ci ricordiamo le interminabili partite a biglie con i bagnini che evitavano di occuparsi di chi nuotava poiché erano impegnati con la biglia nera di Pambianco alle prese con la parabolica.
Lo stesso criterio, ovviamente, deve essere applicato in ogni altro ambito lavorativo. Da bambino giocavi con il Meccano? Con i mattoncini Lego? Con i legnetti per le costruzioni? Dunque 6/7 euro all’ora sono anche troppi se un generoso padrone ti concede di divertirti facendo l’ingegnere, il muratore, il falegname. Dopo l’estate magari Mediaset scoperto un giornalista pronto a chiedere che siano i lavoratori a pagare gli imprenditori perché il lavoro è un gioco e per giocare si deve pagare.
Ormai la tendenza neomeloniana è questa. Perfettamente crosettiana. Non si trovano lavoratori stagionali perché i giovani sono pigri ed hanno pretese assurde. Addirittura, nelle località più costose delle Alpi, questi fannulloni rifiutano il lavoro solo perché, dovendo pagarsi l’affitto e a volte anche il cibo, si ritroverebbero a spendere più di quanto guadagnerebbero. Ma adesso si organizzerà un convegno con la grande Concita Borrelli che racconterà che un amico di suo cugino, una volta, aveva dormito per due mesi all’aperto, a 2.000 metri, senza mangiare, perché si divertiva a pulire i cessi, gratuitamente, nelle case dei ricchi.
Ovviamente la giornalista, riferendosi ai bagnini, pensava (senza dirlo poiché politicamente scorretto) alla meritata fama di conquistatori delle turiste, e non solo delle classiche tedesche immortalate da film e canzoni. Peccato, per lei e per i bagnini, che la loro attività sia profondamente cambiata nel corso degli anni e sia indubbiamente molto meno divertente. Dunque il lavoro deve essere retribuito in proporzione alla sofferenza? Se fai un lavoro che ti piace non devi essere pagato? E quando vai a fare la spesa te la cavi con un sorriso alla cassiera perché sei soddisfatto della tua professione mal retribuita? Anche in banca basta un sorriso quando scade la rata del mutuo? E con l’agenzia delle entrate due sorrisi ed è risolto?
Se Concita, da ragazza, avesse provato a lavorare durante le vacanze invece di farselo raccontare dagli amici, avrebbe capito che anche le attività più divertenti devono essere pagate adeguatamente poiché sottraggono tempo libero a chi lavora. E gli imprenditori del settore turistico, a fine Anni 70 e poi negli Anni 80, pagavano molto bene e si arricchivano senza difficoltà. Ma tutto questo Concita non lo sa..