Non ho mai amato i condizionatori. Ce l’ho avuto per un periodo. Ma mi dava fastidio stare chiuso. Mi faceva sentire claustrofobico. Prigioniero tra le mura di casa. Gran brutta sensazione, cui non sono mai riuscito ad adattarmi. E poi dormivo male…certo, non sudavo. Ma avevo incubi. L’aria chiusa me li provocava, probabilmente. Aggiungete che sono un fumatore. Di pipa e di sigari. E provate a immaginare…. Insomma, un autentico inferno.
Per cui al Condizionatore ho rinunciato da un bel po’ d’anni. Senza mai avere rimpianto alcuno. Ed ho riscoperto le estati della mia infanzia, quando, nelle notti più afose, si dormiva stesi supini sul materasso. E con la finestra spalancata.
Ora, però, leggendo i (grandi) giornali e ascoltando i telegiornali – che ormai vanno in onda a reti unificate, come se fosse sempre il discorso di Capodanno – ho scoperto che il condizionatore non è, solo, una macchina. È un simbolo. Perché ci viene chiesto, da altissimo pulpito: Volete la pace, o il condizionatore?
Che, a dirla così, sembra una battuta comica. Una sorta di parodia del “Burro e cannoni” di storica memoria. Sul quale, per decenni, si è fatta ironia, parlando e sproloquiando dell’assurda retorica del, defunto, regime. Della protervia dei tiranni. Del condizionamento mentale con cui, ai nostri nonni e genitori, venivano negati diritti e libertà. E, soprattutto, della apologia della guerra e della violenza…
Ora, però, un Grande Leader democratico, mai votato neppure dall’assemblea di condominio, si presenta e dice, con volto deciso: Pace o aria condizionata?
E nessuno, o quasi, trova la cosa (diciamo) alquanto strana.
Innanzitutto per il processo logico sotteso. Ovvero, se uno, putacaso, soffre il caldo, ha problemi respiratori, insomma ha bisogno del condizionatore, è un nemico della Pace. Peggio, un sodale, quindi uno sgherro di Putin. E si rende correo della morte dei bambini ucraini (perché, stando ai nostri media, l’ Ucraina è un paese fatto solo di bambini, visto che solo di loro e della loro tragedia si parla…)
Se, all’opposto, sei disposto a boccheggiare per il caldo, a sudare come un porco, a rigirarti nel letto in interminabili notti insonni ed afose, sei un cittadino responsabile. Un patriota e un autentico costruttore di pace.
Quello che mi sfugge, per miei evidenti limiti cognitivi, è però come spegnere i condizionatori possa aiutare l’Ucraina. E perché proprio i condizionatori poi… Il microonde, ad esempio non ha alcuna influenza sul futuro della Guerra e della Pace? E l’ impianto stereo? Che, per altro, qualche guerrafondaio può utilizzare per ascoltare il Coro dell’Armata Russa (ex Rossa)… E il frigorifero? Il congelatore, dalle temperature siberiane? E….
Insomma, quale corrispondenza c’è tra il condizionatore e la guerra? Forse che vengono prodotti dalle parti di Pietroburgo? A me risulta che siano, ormai prevalentemente, Made in China. E con Pechino non mi sembra che vi sia una guerra. Almeno per ora….visto che non si può mai dire di che umore si sia alzato oggi quello strano personaggio che siede, non si sa bene perché, nello Studio Ovale… E che quando parla sembra evidentemente convinto di arringare il pubblico di un Rodeo. O di essere alla Sagra del Peperone di Zero Branco (TV)…
Forse che importiamo energia elettrica dalla Russia? E che rinunciando ai condizionatori potremmo costringere Putin a ritirare le sue truppe, stremate per il crollo dell’economia e del fronte interno?
Già me lo vedo lo Zar, tutto tremante nelle, gelide, stanze del Cremlino. “Oddio Draghi spegne i condizionatori in tutta Italia… E ora che faccio? La minaccia è terribile Non bastava che avesse mandato il generale Figliuolo. Mi vuole proprio morto…”
Comunque, la cosa che mi risulta più strana di tutte, è la mancanza di reazione degli italiani. Che fino ad oggi giravano, e in molti girano ancora, con due mascherine, guanti, visiera…per paura di un mortale e pericolosissimo raffreddore. Ma che ora sembrano improvvisamente divenuti un popolo di eroi. Pronti ad immolarsi per la libertà e la democrazia. Pronti a morire per Kiev. Che, per lo più, non saprebbero trovare su una carta geografica, vista la nostra diffusa ignoranza della geografia. Eppure, per Kiev sono disposti a morire. Di caldo, naturalmente..